Booking bacchettata: «È una decisione storica». Ma la società si difende: «Prezzi giustificati»

La piattaforma online non ci sta e risponde alle critiche rivolte dal sorvegliante dei prezzi. L'analisi dell'esperta: «Potrebbe aprire ad altre situazioni simili».
LUGANO - Booking dovrà ridurre le tariffe delle commissioni di quasi un quarto. La bacchettata di Mister Prezzi al gigante olandese, arrivata ieri mattina, ha scosso il mercato alberghiero svizzero. Sono infatti anni che si discute sulla questione ma solo ora è stata presa una decisione concreta.
La piattaforma di prenotazione online non ci sta e ha già annunciato il ricorso presso il Tribunale amministrativo federale (TAF). Parafrasando: le commissioni non si toccano fino alla conclusione della procedura di appello.
Prima della rottura definitiva, però, le parti si sono incontrate più volte per trovare (invano) un accordo comune. «Sono stati incontri molto positivi e costruttivi», ci ha spiegato Alexandra Wolframm, Head of Public Affairs and government relations di Booking per la Svizzera. «Ci siamo trovati più volte per discutere con il Sorvegliante dei prezzi un accordo. La nostra proposta comprendeva vari aspetti: investimenti nel settore alberghiero svizzero, un impegno più marcato per la sostenibilità e altre iniziative che avrebbero portato vari benefici al turismo svizzero».
«Le commissioni sono troppo alte» - Un'attitudine, questa, apprezzata dallo stesso Mister Prezzi. «Penso che abbia valutato in modo positivo il nostro sforzo e la nostra disponibilità a trovare una soluzione comune. Però ci ha spiegato che in fin dei conti quello che gli interessava erano i prezzi delle commissioni. Tariffe che lui considera troppo alte».
Sono due, nello specifico, gli aspetti contestati da parte del sorvegliante dei prezzi: l’assenza di competizione sul mercato e l’onere finanziario che si riversa sui clienti. «Le nostre commissioni sono tra le più basse che si possono trovare sul mercato. Inoltre non siamo gli unici intermediari. Ci sono altre piattaforme che applicano tariffe anche più alte. Per questa ragione contestiamo l’accusa di impedire una sana competizione in Svizzera».
Una discussione che non è nuova - Secondo Wolframm bisogna considerare la complessità del mercato. «Non siamo gli unici, operiamo in un contesto molto competitivo. Le nostre commissioni sono giustificate dal fatto che offriamo molti vantaggi ai nostri partner: tecnologia, consigli specifici per ogni settore da parte dei nostri esperti, oltre ovviamente al fatto che possano usare la nostra piattaforma per aumentare i guadagni. I costi del suo servizio riflettono insomma l'immenso valore che offriamo ai fornitori di alloggi».
Ciò non toglie che, come anticipato, non è la prima volta che la politica dei prezzi della società statunitense è messa in discussione: circa tre anni fa, il Parlamento ha vietato alle piattaforme di prenotazione come Booking.com di inserire clausole di fissazione dei prezzi nei loro contratti con gli hotel. «Negli anni abbiamo costruito relazioni profonde con i nostri partner in Svizzera, come del resto in altri paesi. La richiesta di abbassare le commissioni non è nuova, ma complessivamente i feedback che riceviamo sono positivi. Se riusciamo a convincere così tanti partner (hotel) significa che nell’insieme quello che offriamo è conveniente».
Una decisione «storica» - Non tutti però la pensano allo stesso modo della piattaforma online olandese. «È una decisione per certi versi storica», ci spiega invece l’economista Amalia Mirante. «Un passo che potrebbe aprire la strada ad altre decisioni simili per quanto riguarda situazioni analoghe».
Mirante non ha dubbi. «Il prezzo per il cliente che sceglie queste piattaforme dovrebbe essere ragionevole. Ma quando un’azienda acquisisce una posizione dominante sul mercato alla fine se ne approfitta». E in Svizzera trova terreno fertile: «Chiaramente perché siamo il paese con uno dei redditi pro capite più alti al mondo».
"Ammazza" il mercato? - «Quando ci sono commissioni così alte l’hotel scarica questi costi sul cliente. Inoltre, un dominio così evidente “ammazza” la competizione e quindi, di conseguenza, non c’è più mercato».
Abbassando il prezzo delle commissioni «si abbasserebbero anche i prezzi delle camere. Questo processo renderebbe gli hotel svizzeri più competitivi rispetto al resto dell’Europa». In un momento in cui il franco forte non aiuta il settore alberghiero, «togliere questi effetti un po' artificiali di aumento dei prezzi può favorire il mercato».
Booking giustifica le sue tariffe con una serie di vantaggi offerti ai partner. «Giustamente loro vendono un servizio e cercano di monetizzare il più possibile. È l’abilità dell’azienda». Ora, però, Mister Prezzi vuole un freno: «Esatto, in sostanza ha detto: state facendo pagare un servizio troppo caro perché avete una posizione dominante sul mercato. E questo non va bene».