«Qui a Bordei apro le porte al Ticino»



Pietro Leemann ci racconta la sua nuova avventura che da Milano lo ha portato “in ritiro” nelle Centovalli: «Questo posto è una calamita».
Pietro Leemann ci racconta la sua nuova avventura che da Milano lo ha portato “in ritiro” nelle Centovalli: «Questo posto è una calamita».
PALAGNEDRA - Il monte Ghiridone è ancora innevato e a Bordei, a (non così) pochi passi da Palagnedra, la primavera stenta ancora ad arrivare.
Superato un cancelletto in legno fatto con una ruota di carro, il primo piccolo tornante svela il pittoresco insieme di case in sasso. L'Osteria è la prima cosa che salta all'occhio, sulla sinistra, incorniciata dagli alberi e da una scalinata.
Anche se il cartello segna “Chiuso” la porta è spalancata e nella cucina si capisce che si è già al lavoro. Aprirà fra meno di una settimana (per l'esattezza il 15 aprile) giorno che segnerà, almeno ufficialmente, una nuova fase nella vita - professionale, e non solo - dello chef ticinese Pietro Leemann.
Stella Michelin a Milano, con il suo Joia, e personalità di stampo europeo per quanto riguarda la cucina vegetariana ha deciso di dedicarsi anima, corpo e fornelli a Bordei. In un progetto più ampio dal sapore etico e spirituale: «La cucina, il cibo, restano il collante di tutto, è il linguaggio più democratico che esista», ci racconta.
Per lei questo sembra proprio un nuovo inizio...
«Mi trovo effettivamente in una nuova fase della mia vita, dopo 35 anni a Milano e al Joia ho pensato di ritirarmi e mettermi a servizio della collettività. Qui all'Osteria Giardino - un nome che ho scelto per onorare Angelo Conti Rossini, che è stato il mio mentore quando ho iniziato questo lavoro e anche lui era solito bazzicare questi posti - voglio proporre una cucina bio, vegetariana e di montagna. Senz'altro si tratta di un bel salto, qui siamo totalmente immersi nella natura, ci saranno i prodotti del nostro orto e avrò modo di divertirmi...»
Da Milano... alle Centovalli, come cambia la sua cucina?
«Rispetto al Joia, dove tutto era molto raffinato, qui il focus sarà sulla bellezza e sull'intensità del gusto utilizzando sempre gli ingredienti della stagione. Fondamentalmente è un approccio al contrario, partire dall'ingrediente per arrivare alla ricetta. A emergere sarà il gusto, con piatti carichi di intensità, di piacere e di molta... rotondità. Insomma, cibo solare come questa giornata di bel tempo in montagna (ride)».
È sempre più comune fra gli chef, anche di grido, decidere - a un certo punto - di ritirarsi in situazioni alternative, abbandonando le ambizioni in favore di qualcos'altro... Cosa le ha fatto scattare questa molla?
«Anche se a Milano avevo raggiunto l'apice del successo, tutti mi conoscevano e arrivavano da tutta Europa per mangiare da me, a un certo punto è emersa in me una voglia di cambiamento. Ritengo che il cambiamento sia una cosa molto importante nella vita e sia una forza da abbracciare, senza chiedersi troppo quel che poi succederà. Il desiderio che avevo maturato era quello di creare un posto ideale dove ritirarmi e che mi permettesse di praticare in maniera maggiore la dimensione introspettiva, ma anche di poter donare quello stesso posto al mondo.
Per me Bordei e Terravecchia sono questo. Diventeranno anche un luogo di rifugio e - allo stesso tempo - un luogo esemplare, perché siamo un ecovillaggio che spera fare un po' da modello. È una sfida gigantesca, ma non nascondo che sia anche molto divertente.
Va inoltre detto che è un luogo bellissimo che però i ticinesi frequentano poco, quello che voglio fare è aprire le porte al Ticino, come una sorta di dono al mio cantone, portando qui tutto quello che ho raccolto in questi anni»
In cucina ha già assemblato una brigata, come ha fatto a convincere chef e collaboratori a seguirla fin quassù a Bordei?
«Un aspetto unico di questo luogo è che è come una calamita e ha il potere, diciamo così, di attirare le persone. È stato così anche per gli chef che verranno a lavorare qui, con una carriera di alto livello in tutta Europa. Forse è il posto, forse è la filosofia che porto avanti da tanti anni.
Sono sempre di più i cuochi che decidono di abbracciare il vegetarianismo, sul lavoro e nella vita personale. Il motivo, ne sono sicuro, è che sarà il futuro perché si alleggerisce la dieta, perché si è amici del pianeta e degli animali. E quindi tutto torna in equilibrio, nel modo più naturale possibile».
Per il corpo, e per lo spirito
La rinascita di Bordei e Terravecchia riparte dall'Osteria Giardino che non è solo metaforicamente il cuore pulsante del pittoresco nucleo di case. L'edificio, infatti, ospita anche la centrale termica che riscalda tutto il nucleo di case.
«Questo territorio è straordinario non solo per fare delle gite ma anche per immergersi nella natura incontaminata», spiega Leemann, «siamo in fondo alle Centovalli, proprio in fondo in fondo, se vieni qui è proprio perché hai il desiderio di farlo».
Per questo motivo, oltre all'aspetto gastronomico, anche quello dell'ospitalità diventa cruciale: «Qui al ristorante abbiamo anche 8 stanze ma in tutto il villaggio ci sono circa 40 posti letto, potete immaginarlo come un albergo “diffuso” abbastanza grande. È uno spazio perfetto non solo per i clienti del ristorante e per gli amici ma anche per le scuole, i gruppi che fanno yoga, meditazione o altro».
Dopo il ristorante e i previsti padiglioni dove praticare yoga e meditazione, aprirà anche il monastero a Terravecchia: «Ospiterà un monaco americano-indiano che ci si trasferirà dall'India e ne diverrà abate. In quello spazio avverranno immersioni più profonde sul tema della spiritualità e della ricerca interiore ma anche dello scambio culturale. Perché sia qui (a Bordei, ndr.) che su (Terravecchia, ndr.) un aspetto estremamente importante è quello di essere luoghi di amicizia, di pace e di unione delle culture», conclude.