Luxury Goods, chiusura prevista entro il 2026. L'OCST: «Colpiti lavoratori qualificati»


il sindacato: «La vicenda LGI si inserisce in un quadro più ampio e preoccupante».
il sindacato: «La vicenda LGI si inserisce in un quadro più ampio e preoccupante».
CADEMPINO - Dopo la notizia della disdetta ricevuta dagli ultimi 120 dipendenti della Luxury Goods international in Ticino, arriva la presa di posizione dell'OCST.
Gli addetti rimasti a Cadempino, lo ricordiamo, di cui la metà residenti, hanno avuto la comunicazione ieri, giovedì 3 aprile. Lo stabilimento di Bioggio era stato chiuso lo scorso anno, mentre quello di Sant'Antonino è passato sotto un'altra azienda.
«Con grande rammarico - si legge nel comunicato - l’OCST apprende della decisione del Gruppo Kering di cessare definitivamente le attività della società Luxury Goods International (LGI), storica realtà del territorio. La chiusura, prevista entro il 2026, avverrà in modo graduale, coinvolgendo passo dopo passo diverse funzioni aziendali – tra cui il Customer Service, il Finance e l'Amministrazione, le Risorse Umane, l’IT e l’Ufficio Dogane».
Si tratta «di una decisione che segna il completo disimpegno del Gruppo Kering dal nostro cantone, dopo un lungo periodo di ridimensionamenti e riorganizzazioni. A essere colpite saranno 123 collaboratrici e collaboratori, per i quali si prospetta un futuro professionale incerto, con poche possibilità di ricollocamento all’interno del gruppo stesso».
Il sindacato esprime «forte preoccupazione per le conseguenze occupazionali e umane che questa scelta comporta. Il tessuto economico ticinese subisce l’ennesimo caso di disdetta collettiva che colpisce lavoratori qualificati e funzioni centrali dell’organizzazione aziendale».
In questo contesto difficile, «va tuttavia riconosciuta la validità del quadro contrattuale in essere. LGI è infatti firmataria del Contratto Collettivo di Lavoro per gli impiegati di commercio, e questo ha permesso, oggi come in tutte le fasi precedenti, l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo che, pur nella sua drammaticità, si sta avviando in modo trasparente, con un dialogo attivo fra le parti. La relazione consolidata con la Commissione del personale, costruita negli anni, si sta rivelando uno strumento prezioso per gestire questa fase con la necessaria attenzione e il dovuto rispetto per i lavoratori coinvolti».
La vicenda LGI «si inserisce in un quadro più ampio e preoccupante: sono ormai numerosi i casi di chiusure o riorganizzazioni che colpiscono il settore dell’industria allargata in Ticino. Per questo motivo l’OCST chiede alle associazioni padronali, a partire da Ticino Moda, di aprire un confronto strutturato sul futuro dell’occupazione industriale nel nostro Cantone. Il silenzio o la gestione caso per caso non sono più un’opzione sostenibile».