I lavori sull'A9 sul tavolo del Consiglio di Stato: «Nei prossimi mesi il Ticino rischia il collasso»


Interrogazione Centro-Plr: «Serve un’azione rapida e concreta per evitare che il cantone si trovi in una situazione di emergenza».
Interrogazione Centro-Plr: «Serve un’azione rapida e concreta per evitare che il cantone si trovi in una situazione di emergenza».
BELLINZONA - «Se la dogana di Chiasso dovesse trasformarsi in un imbuto a causa della riduzione della capacità di deflusso oltreconfine, l’intero sistema viario ticinese rischierebbe di collassare, paralizzando non solo il traffico locale ma anche quello di transito internazionale».
L'interrogazione - È una delle preoccupazioni messe nero su bianco in un'interrogazione firmata dal deputato del Centro Alessandro Corti e dai colleghi Maurizio Agustoni (Il Centro), Giovanni Capoferri (Il Centro), Gianluca Padlina (Il Centro), Gabriele Ponti (PLR) e Andrea Rigamonti (PLR). La questione riguarda i lavori italiani sul viadotto dell'A9, ripresi a marzo e previsti fino alla Pentecoste. «Questo intervento comporta una riduzione delle corsie di marcia, generando inevitabili disagi per il traffico transfrontaliero e aggravando la situazione viaria già complessa del Canton Ticino, specialmente nelle aree di confine, dove le frequenti congestioni penalizzano sia i residenti sia i lavoratori frontalieri».
La pressione sul sistema stradale ticinese - Con l’avvicinarsi della stagione estiva, «il traffico attraverso la Svizzera è destinato a intensificarsi. Secondo l'Ufficio federale delle strade (USTRA), il volume di traffico attraverso la galleria autostradale del San Gottardo è più che raddoppiato negli ultimi decenni, passando dai 3 milioni di veicoli del 1981 ai quasi 6,8 milioni del 2022 (di cui 645.000 veicoli merci pesanti nel 2023)». Questo incremento dimostra il ruolo fondamentale del San Gottardo «come principale arteria di collegamento tra nord e sud Europa, ma attesta altresì la crescente pressione sul sistema stradale ticinese. Al traffico di transito internazionale si aggiunge, beninteso, il flusso giornaliero di oltre 75.000 pendolari transfrontalieri, all’origine di un’ulteriore pressione sulle infrastrutture viarie, in particolare nelle ore di punta».
«L'intero sistema viario ticinese rischierebbe di collassare» - Per questo, scrivono i firmatari, «se la dogana di Chiasso dovesse trasformarsi in un imbuto a causa della riduzione della capacità di deflusso oltreconfine, l’intero sistema viario ticinese rischierebbe di collassare, paralizzando non solo il traffico locale ma anche quello di transito internazionale. Le autostrade potrebbero subire congestioni persistenti, mentre le strade cantonali verrebbero sovraccaricate, complicando ulteriormente la mobilità interna. Questa situazione avrebbe conseguenze pesanti sull’economia del Cantone, con ripercussioni dirette sulle attività commerciali, sul turismo e sulla qualità di vita dei cittadini e delle cittadine».
«Serve un'azione rapida e concreta» - Un coordinamento «efficace» tra le autorità svizzere e italiane è «essenziale per garantire la fluidità della circolazione e prevenire una crisi viaria. È necessario adottare misure di attenuazione tempestive, evitando che il problema si aggravi con l’aumento stagionale del traffico». In attesa di una risposta, «si sollecita un’azione rapida e concreta per evitare che il Canton Ticino si trovi in una situazione di emergenza viaria con pesanti ripercussioni sulla popolazione e sull’economia locale».
Le domande rivolte al Consiglio di Stato
1 Il Dipartimento del Territorio è stato ufficialmente informato dalle autorità italiane riguardo ai lavori in corso sull’A9 e alle loro possibili conseguenze sul traffico?
2. Sono stati presi contatti con la Regione Lombardia, ANAS e Autostrade per l’Italia per valutare soluzioni alternative o misure di attenuazione?
3. Quali azioni sono state intraprese per coordinare la gestione del traffico con l’Ufficio federale delle strade (USTRA) e con la Polizia cantonale, in modo da prevenire un blocco totale della viabilità ticinese?
4 Esistono piani di emergenza o deviazioni programmate nel caso in cui la congestione al valico di Chiasso diventasse insostenibile?
5. Il Consiglio di Stato ritiene opportuno intervenire presso la Confederazione affinché venga data massima priorità a un dialogo transfrontaliero per prevenire una paralisi viaria?
6. Quali misure sono state valutate per ridurre l’impatto del traffico di transito attraverso il Ticino, considerato l’aumento stagionale previsto nei prossimi mesi?