Un campo per chi sogna la testa tra le nuvole


Avvicinarsi al mondo dell'aviazione per gioco fino a farne la professione di domani. Il pilota: «Pochi i ticinesi, un peccato»
Avvicinarsi al mondo dell'aviazione per gioco fino a farne la professione di domani. Il pilota: «Pochi i ticinesi, un peccato»
LUGANO - Futuri Maverick cercansi. L'obiettivo del Campo della gioventù della Fondazione Pro Aero, ormai prossimo alla sua 41esima edizione, è proprio questo: avvicinare i giovani al mondo dell'aviazione. «I primi ragazzi che hanno seguito il corso saranno ormai in pensione», scherza Marco Guscio, pilota e delegato per la Svizzera italiana dell'Aero Club Svizzera.
Perché non sono pochi i piloti di professione che hanno iniziato proprio così. «Ogni anno abbiamo qualcuno che ne fa la sua passione sportiva o addirittura il proprio lavoro. Alcuni sono diventati piloti noti, che hanno volato sulla Patrouille Suisse o che sono diventati comandanti della Swiss Air».
Sui circa 150 ragazzi che ogni anno partecipano al campo non tutti diventeranno aviatori, ma molti, una volta spiccato il volo, non vogliono più tornare con i piedi per terra. Che poi è proprio l'obiettivo della fondazione: «promuovere l'aviazione tra le giovani leve per creare i futuri professionisti di domani».
Ad avvicinarsi non sono solo "figli d'arte". «Il nostro obiettivo è farci conoscere fuori dalla ristretta cerchia di chi l'aviazione già la mastica in famiglia». Una che in realtà Ticino non sembra avere un appeal particolare: «Credo per carenza di informazione. Ed è un peccato, è proprio un bel campo estivo».
Il corso ha la durata di una settimana. Quest'anno si svolgerà a S-chanf dal 27 luglio al 2 agosto. Possono parteciparvi ragazzi e ragazze ticinesi tra i 14 e i 16 anni. Ovviamente interessati all’aviazione. Un mondo che, fa notare Guscio, da tempo ormai non è più prettamente maschile: «Possiamo annoverare un 50% di presenze femminili», sottolinea.
Allo Jula (questo il nome del campo) «si potrà costruire un razzo, una mongolfiera, un aliante o imparare a far volare un boomerang sotto la guida di esperti di lingua italiana. Durante le varie lezioni si scoprirà perché un aereo può volare». Insomma, ci si avvicina a questo mondo con un approccio ludico.
Ma non mancano le nozioni di natura più tecnica: «Attraverso gli esperimenti si acquisiranno le conoscenze di base dell'aerodinamica». Ed esperienze dirette di chi ce l'ha fatta: «Un capitano della Swiss racconterà come è diventato pilota e mostrerà com'è la sua giornata lavorativa. Un pilota militare di F/A-18 o di Super Puma mostreranno la propria attività e permetteranno di visitare l’elicottero sull’aerodromo di Samedan».
Il tutto - assicura Guscio - in completa sicurezza. «Esperti monitori accompagneranno i giovani per tutta la settimana».
Costo: poco meno di 300 franchi comprensivi di vitto e alloggio, materiale per la costruzione e l'artigianato e un'escursione all'aeroporto di Samedan. «Per una settimana a St. Moritz è praticamente niente».