«Ho portato i miei figli in capo al mondo»


Cronache di un viaggio agli estremi del globo: «Contro ogni aspettativa, abbiamo realizzato il sogno di una vita».
Cronache di un viaggio agli estremi del globo: «Contro ogni aspettativa, abbiamo realizzato il sogno di una vita».
LUGANO - Qualche grattacapo, un paio di disavventure, ma tutto sommato un'esperienza unica (tanto che sono già iniziati i preparativi per un secondo round). Daiana Stornelli era partita lo scorso 26 dicembre con il suo camper, accompagnata dai due figli, per la volta di Capo Nord.
Un viaggio di 7mila chilometri in cui non sono mancate incognite e incertezze. «Contro ogni aspettativa, abbiamo realizzato il sogno di una vita», ci ha spiegato la 31enne una volta tornata a casa.
L'itinerario - Prima la Germania, dopodiché in traghetto fino in Svezia per tagliare la Danimarca e poi dritti verso Capo Nord in Norvegia. Per un totale di oltre 7mila chilometri da percorrere in 17 giorni. La destinazione finale? Santa Claus Village a Rovaniemi, in Finlandia.
La prima meraviglia è apparsa già durante il viaggio di andata. «Eravamo a Oden, ancora in Danimarca, sulla soglia della porta della Lapponia svedese. All’improvviso ci è apparsa l'aurora boreale. Ci siamo fermati subito per ammirare la sua maestosità. È stato emozionante. Quando l'ho vista ho iniziato a piangere come una bambina».

Qualche intoppo - Le condizioni di viaggio rigide (fino a meno 30 gradi) non hanno però tardato a presentare il conto. Le prime difficoltà sono emerse in Norvegia quando all’improvviso la temperatura all’interno della roulotte è iniziata a scendere. «C’erano 15 gradi sotto zero all’esterno quando il webasto (un sistema di riscaldamento che utilizza la ventola del veicolo per riscaldare rapidamente l'abitacolo e sbrinare i finestrini) si è rotto. Il problema era il gasolio. Fino a quel momento era bastato il pieno effettuato in Germania, ma poi, complice il freddo, la tanica si è svuotata».
Un piccolo intoppo che non ha impedito alla famiglia di raggiungere la meta finale. «Spingerci fino al circolo polare artico significa tantissimo per me. Sono tanto fiera di avercela fatta».

Il calvario del ritorno - Ma è durante il viaggio di ritorno che è iniziato il vero calvario. «Una grande bufera di neve ha bloccato del tutto il webasto. Ogni dieci di chilometri dovevo fermarmi a spaccare il ghiaccio che si formava nel tubo di scarico e nella presa d’aria».
Una fatica che purtroppo si è rivelata inutile. «Ad un certo punto il webasto non ha più funzionato. Un inconveniente che ci ha obbligato a fare diverse fermate forzate fino a Tromsø (Norvegia), dove abbiamo trovato un centro specializzato. Nonostante le complicazioni con il lavoro, la sosta forzata ci ha regalato ancora grandi emozioni: abbiamo ammirato l'aurora direttamente dal lunotto della caravan».

Pronti per ripartire - Qualche giorno in più che però ha complicato (e non poco) il programma del viaggio. Daiana, di professione infermiera, aveva ottenuto due settimane di vacanza e, secondo le previsioni prima di partire, sarebbe rientrata a casa giusto il giorno prima di lavorare. «Ho cercato di spiegare la situazione ai miei superiori per ottenere qualche giorno di margine. Ma è stato inutile, nessuno ha potuto coprire il mio turno. Così il 7 gennaio è iniziata una corsa contro il tempo per tornare a casa. Dovevamo arrivare il 13 gennaio perché già il giorno seguente dovevo lavorare.
Una corsa che non ha scalfito l’umore di Daiana. «Una mia amica prima di partire mi aveva detto: “Fai attenzione, il grande Nord crea dipendenza”. Ed è proprio vero. Vorrei rifare il viaggio con più calma, ci siamo così innamorati della Scandinavia. Molte famiglie mi hanno contattata, vorremmo organizzare un tour di gruppo per goderci meglio la Lapponia».