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«Domanda di dimora non prima di dieci anni»

Asilo, il Consiglio degli Stati adotta una mozione di Jakob Stark che propone di raddoppiare i tempi per la richiesta per le persone ammesse provvisoriamente in Svizzera.
20min/Ela Çelik
Fonte ats
«Domanda di dimora non prima di dieci anni»
Asilo, il Consiglio degli Stati adotta una mozione di Jakob Stark che propone di raddoppiare i tempi per la richiesta per le persone ammesse provvisoriamente in Svizzera.

BERNA - Le persone ammesse provvisoriamente, quelle con permesso N o senza permesso dovrebbero poter fare domanda per un permesso di dimora al più presto dopo dieci anni (oggi cinque anni). È quanto propone una mozione di Jakob Stark (UDC/TG) adottata oggi dal Consiglio degli Stati per 33 voti a 12. Il Nazionale deve ancora esprimersi.

Attualmente, secondo il "senatore" turgoviese, le persone ammesse provvisoriamente che non possono essere rimpatriate possono presentare già dopo cinque anni una domanda di rilascio di un permesso di dimora, che viene esaminata considerando il grado d’integrazione, la situazione famigliare e le prospettive di un ritorno nel Paese d’origine. Nel solo periodo 2021-2024 la SEM ha approvato oltre 19 mila richieste di questo tipo.

A parere di Stark, il fatto che già dopo poco tempo queste persone possano chiedere un permesso di dimora contraddice il principio della temporaneità. A detta del consigliere agli Stati, la prassi attuale compromette l’intero sistema della politica d’asilo e comporta chiari incentivi sbagliati.

Secondo il consigliere federale Beat Jans, molto spesso le persone ammesse provvisoriamente e i richiedenti asilo respinti rimangono in Svizzera molti anni a causa della situazione difficile nei rispettivi paesi. I criteri per ottenere un permesso di dimora sono assai rigidi. Fra le altre cose si valuta il grado d'integrazione, ha spiegato.

Ma allungare il periodo di attesa da 5 a 10 anni per persone che rischiano di rimanere da noi per svariati anni a causa per esempio di guerra civili non farebbe che rendere più difficile la loro integrazione, ha sostenuto - invano - il "ministro" di giustizia e polizia.

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