FFS Cargo, «bisogna cambiare rotta»


Una delegazione ticinese a Berna per dire «No» al suo smantellamento
Una delegazione ticinese a Berna per dire «No» al suo smantellamento
BERNA - Una delegazione del Comitato “NO allo smantellamento di FFS Cargo” si è diretta a Berna per tematizzare la preoccupante strategia intrapresa da FFS Cargo in Ticino come nel resto della Svizzera.
Con l'occasione sono stati incontrati i parlamentari presenti, evidenziando le preoccupazioni sia sistemiche che regionali del Comitato. FFS Cargo ha infatti deciso a maggio di chiudere quasi interamente la rete del traffico combinato, 8 terminal in tutta la Svizzera, di cui 2 in Ticino. Unito alla decisione, presa poco tempo prima, di porre fine anzitempo all’autostrada viaggiante non solo riporterà almeno 70mila camion su strada, ma contraddice chiaramente la volontà di trasferire il traffico merci su rotaia. Questo poco dopo che il Parlamento stesso aveva deciso mezzi finanziari per il sostentamento di tali servizi sul corto-medio termine.
«Il Comitato - su legge nel comunicato stampa diffuso - ha presentato le proprie rivendicazioni, chiedendo da una parte una visione più chiara delle strategie a medio e corto termine di FFS Cargo - mosse immediate di smantellamento e fumose promesse a lungo termine non garantiscono la sicurezza degli investimenti profusi nelle infrastrutture, nella formazione del personale e nel trasferimento su rotaia – dall’altra la sospensione di tutti i progetti di riduzione delle prestazioni per permettere spazio di riflessione. Altro punto sollevato di bruciante attualità è l’adattamento della tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) per riequilibrare i costi strada-rotaia e sostenere gli investimenti fatti nel sistema ferroviario».
Viene chiesto che «la politica federale comprenda che va trovata una soluzione al continuo cortocircuito che vede FFS Cargo presentare sempre nuove strategie di “ristrutturazione” senza trovare una quadra: il trasporto merci su rotaia deve essere riconosciuto come un servizio pubblico e il trasferimento su rotaia deve essere garantito, a partire dal traffico di transito, rispettando il mandato costituzionale e legislativo. Oltre a ciò, deve essere riconosciuta la concorrenza sfacciata costituita dal traffico merci su gomma, che ancora oggi causa 3 miliardi di costi per la salute, l’ambiente e il tempo passato in colonna»