Documenti falsi: «Servono più controlli»

Il contenuto della mozione depositata dal consigliere nazionale Piero Marchesi.
BERNA - È sempre più fiorente, in Svizzera, il business dei documenti d’identità contraffatti. Tanto che, parecchi permessi di dimora, almeno il 10%, potrebbero essere falsi. Nel 2024, secondo i dati dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), sono stati 1863 i documenti falsificati intercettati in dogana. Di questi, 237 erano passaporti, 539 carte d’identità, 109 permessi di soggiorno.
Un fenomeno «preoccupante», secondo il consigliere nazionale Piero Marchesi, che ha deciso di chiedere spiegazioni attraverso una mozione depositata alle Camere federali. «Questo fenomeno non solo mina la credibilità e l'affidabilità del nostro sistema di rilascio dei permessi di soggiorno, ma comporta anche gravi rischi per la sicurezza interna, a danno di chi rispetta le regole. Inoltre, crea vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate da reti criminali, come dimostrano diverse indagini in corso».
Secondo Marchesi, sarebbero i comuni a pagare dazio in quanto «primi a ricevere la documentazione e spesso senza strumenti tecnici adeguati o formazione specifica per riconoscere i falsi più sofisticati. È quindi necessario agire in modo mirato e pragmatico: rafforzare i controlli documentali, istituire canali rapidi di segnalazione dei casi sospetti alle autorità competenti e coordinare meglio le forze già esistenti, senza però appesantire l’attività amministrativa ordinaria né creare nuova burocrazia».
Le richieste della mozione:
- Intensificare e migliorare i controlli sull’autenticità dei documenti di identità presentati per il rilascio dei permessi di soggiorno, in particolare a livello comunale e cantonale, rafforzando la collaborazione con la polizia e le autorità federali.
- Istituire un sistema rapido di segnalazione dei documenti sospetti tra Comuni, Cantoni e Autorità federali (Fedpol, SEM, dogana).
- Presentare proposte operative, se del caso anche in collaborazione con altri paesi, per migliorare l’efficacia delle verifiche senza appesantire burocraticamente l’attività amministrativa ordinaria.