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SVIZZERA

Staccare la spina? Macché! Gli svizzeri lavorano anche in vacanza

"Workaholic" (ossessionati dal lavoro)? Sì, ma non solo. In diversi restano reperibili o addirittura attivi, vengono contattati e non riescono mai a rilassarsi davvero. Un comportamento dietro il quale, spesso, si cela la paura di perdere il lavoro.
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Fonte Appinio
Staccare la spina? Macché! Gli svizzeri lavorano anche in vacanza
"Workaholic" (ossessionati dal lavoro)? Sì, ma non solo. In diversi restano reperibili o addirittura attivi, vengono contattati e non riescono mai a rilassarsi davvero. Un comportamento dietro il quale, spesso, si cela la paura di perdere il lavoro.

ZURIGO - Le vacanze estive dovrebbero essere il momento ideale per rilassarsi, godersi il sole e lasciarsi alle spalle lo stress quotidiano. Eppure per molti svizzeri non è così.

Secondo un recente sondaggio commissionato dal portale Indeed, due terzi delle persone in Svizzera si ritrovano a usare il computer o il telefono per motivi di lavoro anche durante le ferie. Circa un quarto degli intervistati lo fa regolarmente. L’indagine, condotta dall’istituto di ricerca Appinio, ha coinvolto 500 persone tra i 18 e i 65 anni.

Le cause (ma sarebbe meglio dire la colpa) di questo fenomeno sarebbero da ricondurre ai datori di lavoro: quasi la metà degli intervistati ha dichiarato di essere stato contattato per questioni professionali mentre si trovava in vacanza. In un caso su otto i superiori si aspettano addirittura la piena disponibilità anche durante il periodo di riposo.

L'incertezza economica di alcuni settori aggrava il problema. Due persone su cinque sostengono di sentirsi sotto pressione e, per motivi finanziari, sono costretti a non staccare anche in vacanza. Molti ammettono di seguire ciò che accade in ufficio con più attenzione rispetto al passato. Il bisogno di staccare e rilassarsi si scontra con la paura di perdere il posto.

Alcuni dipendenti scelgono di propria iniziativa di restare attivi o almeno reperibili. E quasi uno su cinque sostiene di farlo volentieri.

Adrian Wüthrich, presidente di Travail.Suisse, si è detto sorpreso dal numero così elevato di persone che non riescono a staccare la spina: «È preoccupante che tanti dipendenti vengano contattati dai rispettivi datori di lavoro durante le ferie. Le vacanze dovrebbero servire per recuperare», sottolinea.

La legge svizzera in questo senso è chiara: non è possibile obbligare i dipendenti a lavorare durante le ferie, salvo in caso di gravi emergenze aziendali. «Chi pretende la reperibilità continua dei collaboratori agisce al di fuori della legge», avverte Wüthrich.

Ma che fare se sono i dipendenti stessi, preoccupati per il proprio futuro professionale, a connettersi? «In questi casi è il datore di lavoro che dovrebbe incoraggiare esplicitamente il personale a usare le ferie per ricaricare le batterie.

«Le ricerche dimostrano che solo con due settimane di vero riposo si ottiene un recupero fisico e mentale completo», spiega Wüthrich. Per ridurre l’ansia legata alla sicurezza del posto di lavoro, suggerisce di incentivare la formazione continua. Spetta alla politica e alle imprese creare le condizioni giuste.

Anche il lavoro volontario durante le ferie andrebbe evitato. «Senza un adeguato recupero, alla lunga, non ne beneficia né il lavoratore né l’azienda», conclude.

L’Associazione dei datori di lavoro svizzeri, interpellata sulla questione, ribadisce l’importanza del principio di tutela dei dipendenti: «Le ferie servono al benessere e al recupero», afferma. Proprio per questo è fondamentale che in azienda esistano sistemi di sostituzione ben organizzati, in modo da garantire la continuità delle attività senza dover disturbare chi è in vacanza.

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