Hamilton fa squadra con l'AI: "Perplexity" sul casco e la Ferrari è già in allerta rossa

«Abbiamo valutato diversi team – Red Bull, Aston Martin, Williams – ma nessuno rappresentava ciò che Lewis è da solo: una forza culturale globale».
Il britannico ha finora conquistato 63 punti e occupa la sesta posizione della classifica, dietro a Piastri (161), Norris (158), Verstappen (136) Russell (99) e Leclerc (79).
MONTECARLO - Uno, due, tre... evviva Lando! Dopo il glamour del GP di Monaco – tra yacht, bolidi, feste private e presenze mozzafiato – il Principato di Monaco ha incoronato Norris. Ma a far rumore, più che i motori, è stata la nuova regola delle due soste obbligatorie: una trovata firmata FIA (su spinta Liberty Media) per vivacizzare la processione monegasca. Peccato che in Mercedes abbiano letto male le istruzioni, sfornando una strategia tutta da dimenticare. Confusi, spaesati, quasi da reality.
Ma oggi non voglio parlarvi di Norris, né della frittata firmata Brackley. Parliamo di Lewis. Già, proprio lui. «Ma in gara che ha fatto?» vi chiederete. Poco, vero. Ma fuori dalla pista? Bomba totale. Al GP dell’Emilia-Romagna, occhi attenti avranno infatti notato un dettaglio sul suo casco: un nuovo sponsor. Ma non uno qualsiasi. Si tratta di Perplexity, un colosso dell’intelligenza artificiale, valutato nove miliardi di dollari. Non ha scelto la Red Bull, né la Ferrari, né la Mercedes. Ha scelto l’uomo, il brand, l’icona: Lewis Hamilton.
Altro che team: Perplexity punta dritta sul cultural impact. Il suo VP Ryan Foutty è stato chiaro: «Abbiamo valutato diversi team – Red Bull, Aston Martin, Williams – ma nessuno rappresentava ciò che Lewis è da solo: una forza culturale globale». Tradotto? Hamilton vale più di un’intera scuderia. Ha la potenza comunicativa di Netflix, la presenza scenica di una rockstar e la visione di un CEO della Silicon Valley.
E alla Ferrari questa cosa potrebbe non andare giù. Maranello è storia, rigore, disciplina. Vedere un proprio pilota brillare più del Cavallino rischia di far tremare gli equilibri interni. Ma Perplexity ha già messo la prima: logo in pista, strategia silenziosa e prossime mosse top secret. C’è chi dice che stiano già studiando nuovi modi per “reinventare” la presenza in F1. No, non è solo sponsorizzazione. È una dichiarazione di potere. Hamilton, con la sua influenza che va ben oltre l’asfalto, potrebbe davvero cambiare il gioco. E noi saremo lì a raccontarvelo. Occhi aperti, casco allacciato… e nel dubbio giù il gas, sempre! Prossima tappa? Spagna, sole caldo e curve da brivido. Olé!



