Ngoy: «Vi racconto cosa non mi convince di Ambrì e Lugano...»


Michaël Ngoy ha parlato delle due squadre ticinesi: «Quando giochi tanto come Heed e Virtanen, ti viene poi a mancare la brillantezza per svolgere al meglio il lavoro difensivo. HCL? Top-6 difficile, ma...».
Michaël Ngoy ha parlato delle due squadre ticinesi: «Quando giochi tanto come Heed e Virtanen, ti viene poi a mancare la brillantezza per svolgere al meglio il lavoro difensivo. HCL? Top-6 difficile, ma...».
AMBRÌ/LUGANO - Martedì si è messo in moto il campionato 2025/26 con la sempre attesissima prima giornata. L’Ambrì ha bagnato il suo debutto con una vittoria all’ultimo respiro contro il Kloten, in una partita nella quale i leventinesi hanno messo sul ghiaccio un buon ritmo. Qualche amnesia c’è stata, come è normale che sia nel mese di settembre… Ma come vede Michaël Ngoy la sua ex squadra?
«I dubbi che ho sull’Ambrì sono in difesa. È troppo leggera, manca un elemento svizzero di peso che vada a dare un po’ di fiato a Heed e Virtanen. Questi ultimi sono due ottimi stranieri, che però si ritroveranno a scendere sul ghiaccio per 25-30 minuti a partita. Ed è proprio qui il problema: quando giochi così tanto, comprese le situazioni speciali, ti viene a mancare la brillantezza per svolgere al meglio il lavoro difensivo. È naturale».
Non sarà dunque evidente per i due "tenere in piedi" la difesa dell'Ambrì?
«Sono sicuro che Heed e Virtanen termineranno la stagione con la statistica +/- ampiamente in negativo. Quando tendi a spingerti spesso in avanti, come nel loro caso, non puoi pretendere di avere l’energia giusta per essere brillante anche in retrovia, chiudendo di tanto in tanto qualche check. È impossibile, nessuno riesce a farlo giocando 30’ a incontro. Per compensare questa lacuna l’Ambrì avrà bisogno di due portieri molto bravi, in grado, a volte, di vincere le partite da soli».
L’Ambrì ha dichiarato che l’obiettivo è entrare nella top-10. Come la vedi?
«È fattibile, ma non sarà semplice, dato che la concorrenza è davvero agguerrita. Torno al tema dei portieri, ruolo nel quale il club si è mosso bene. Senn e Wüthrich formano una coppia ben assortita, ma gran parte del destino della squadra dipenderà da come si comporteranno loro due. Difficile esprimersi oggi, ma sulla carta - da questo punto di vista - l'Ambrì ha lavorato bene. Quel che è certo è che, per entrare nella top-10, il loro apporto sarà determinante. Guardate l’anno scorso cos’ha fatto Charlin a Langnau….».
Come valuti la decisione di puntare su Formenton e non su un terzo straniero difensivo?
«È difficile da dire. Sicuramente Formenton, a livello economico, non è costato tantissimo, visto che è un anno e mezzo che non gioca. Sono convinto che sia lo straniero meno pagato del campionato. Proprio per questo, l’Ambrì potrebbe aver fatto un affare. È giovane ed ha una grande voglia di rilanciare la sua carriera, motivo per cui se giudichiamo l'operazione dal profilo qualità/prezzo, a mio avviso hanno preso la decisione giusta. Si sono comunque tutelati, firmando un contratto soltanto fino a dicembre».
Dai dubbi ai punti di forza: in attacco l’Ambrì sembra ben attrezzato…
«Certamente, sulla carta sono davvero ben messi, hanno quattro linee ben equilibrate. Petan e Tierney avranno bisogno di tempo per adeguarsi al campionato. Martedì sera sono andato a vedere Friborgo-Lugano e, anche sul fronte bianconero, i nuovi stranieri non hanno lasciato subito il segno, ma è normale. Zwerger? Forse, per lui, è davvero arrivato il momento di cambiare aria».
Parlavi di Lugano, come vedi i bianconeri?
«A Friborgo, nel primo tempo, li ho visti nettamente in difficoltà, ma la reazione mi è piaciuta moltissimo. Dal secondo periodo ho visto una squadra molto più presente fisicamente, che metteva molta più intensità sul ghiaccio. Come detto prima, gli stranieri nuovi avranno bisogno del tempo per prendere le misure con il campionato svizzero. Ho visto bene la linea di Fazzini. Thürkauf, invece, ha fatto un grande gol: se riuscirà a rimanere in salute, sarà il giocatore chiave di questa squadra».
Alla Cornèr Arena hanno deciso di concedere una nuova chance a Sekac…
«Qui in Svizzera romanda diciamo sempre che è un giocatore che comincia a fare sul serio da gennaio, quando sente il profumo della post season. A Losanna lo conoscono bene e me lo hanno descritto come un elemento che durante i primi mesi del campionato è molto assente».
E Perlini? È stato tuo compagno di squadra ad Ambrì...
«È talentuoso, è grande e grosso, ha una buona tecnica, ma è un po’ individualista. Fa un po’ quello che gli pare sul ghiaccio... Con questo non voglio dire che non abbia talento e che a Lugano non farà bene, ma il fatto che non giochi praticamente mai due anni di fila nella stessa squadra qualcosa vorrà pur dire».
Dove collochi i bianconeri in un'ipotetica classifica finale?
«Nella top-10 ci sta comodamente. Come abbiamo potuto constatare negli ultimi anni, ci sono sempre delle delusioni e delle sorprese. I bianconeri potrebbero anche riuscire a entrare nella top-6, nonostante in sede di pronostico, qui in Svizzera francese, nessuno li abbia inseriti nelle prime sei posizioni. L’unica pecca, a mio avviso, è in porta: non hanno un top ma per sperare di raggiungere qualcosa in più hai bisogno di un portiere che faccia davvero la differenza. Con questo non voglio dire che Schlegel e van Pottelberghe non siano bravi».






