A Berna per (provare a) ripartire


Trasferta a Berna decisiva per Croci-Torti? «Ho la fiducia della società, sento tutte le partite allo stesso modo»
Damian Kelvin fuori a lungo.
Trasferta a Berna decisiva per Croci-Torti? «Ho la fiducia della società, sento tutte le partite allo stesso modo»
Damian Kelvin fuori a lungo.
LUGANO - Ottavo posto in campionato (ma con la convincente vittoria sul Basilea come ultima prova) ed eliminazione da tutte le coppe: neanche nei loro incubi peggiori i tifosi del Lugano avevano vissuto una situazione del genere. Quel che è fatto, però, non si può cambiare. Non del tutto almeno, perché se è vero che i tornei a eliminazione diretta i bianconeri li “affronteranno” solo da spettatori, è altrettanto vero che in Super League hanno tutto il tempo per risalire la china. Cominciando magari già da domenica, quando andranno a far visita allo Young Boys. I bernesi saranno stanchi dopo le fatiche di Europa League ma anche galvanizzati dal risultato ottenuto. Per Mattia Croci-Torti e la sua banda (nella quale non saranno presenti Kelvin, fuori a lungo, Mahou e Kendouci) non sarà facile.
«In queste due settimane abbiamo semplicemente parlato delle cose positive che abbiamo fatto - ha spiegato il tecnico bianconero - Non bisogna sempre parlare di quelle negative. Purtroppo abbiamo faticato queste 8 partite in 24 giorni: stanchezza, negatività, poca brillantezza… si è visto. Ma abbiamo anche reagito quando dovevamo reagire. Però non è un caso che sia finita con quel gol con il Cham. Ci sono delle cose da sistemare all'interno, abbiamo cercato di sistemarle cercando di essere più positivi possibile, cercando di sapere che andiamo a fare una partita, contro l’YB, che possiamo vincere solo se giochiamo da squadra, con grande positività. Non dobbiamo portarci dietro la negatività, che non è necessaria. Qua tutti pensano che sia facile andare avanti in Europa, però non è così. Purtroppo abbiamo fatto quella brutta partita col Celje… però bisogna reagire. Sappiamo di avere sbagliato, però dobbiamo andare in giro a testa alta».
Tenuto conto anche di quanto visto con lo Slovan Bratislava, che Young Boys troverete domenica?
«Una squadra “Continiana”, che gioca con il 4-2-3-1. Ha un nuovo giocatore, Gigovic, che gioca tra le linee. Un 10 che prima non avevano. Dunque non possiamo giocare come abbiamo fatto negli ultimi anni contro di loro, dobbiamo ragionare di più. Tatticamente diventa una partita estremamente più difficile sotto l'aspetto difensivo, ma noi abbiamo tante qualità a livello offensivo. Possiamo metterli in difficoltà, l’abbiamo già dimostrato col Basilea».
Il momento è complicato anche perché c’è la distrazione-mercato. Hajdari è andato, ci sono le voci su Papadopoulos…
«Sono situazioni diverse. La cessione di Hajdari parte da lontano. Il ragazzo ha semplicemente detto fin dall'inizio che non voleva più continuare l'avventura a Lugano. Con Papadopoulos stiamo parlando di qualcosa di nettamente diverso. È un giocatore del Lugano e la società non se ne vuole privare. A volte c'è qualche mal di pancia, però il ragazzo non mi ha mai espresso questo desiderio di andare a tutti i costi. Dunque andrà avanti a lottare per questa maglia e vedremo se ci saranno novità nei prossimi nei prossimi giorni o non ce ne saranno. Onestamente non ha mai bussato alla porta per dirmi “Mister, non ti voglio più aiutare”».
Kelvin sarà fuori a lungo, Hajdari è andato, Papadopoulos si vedrà… arriverà dunque un difensore centrale?
«Lasciando stare i vari mal di pancia, io ho sempre chiesto qualcuno al posto di Hajdari. La situazione non è cambiata, la società lo sa e sono fiducioso per i prossimi giorni».
Nelle scorse settimane si è parlato di un cambio in panchina. La partita di Berna è “particolare” in questo senso?
«Neanche un po’. Ho la fiducia della società, poi si sa che sono i risultati che parlano. Ma io sono un positivo, ho caricato la squadra come non mai in queste due settimane. Poi se le cose non andranno bene… ma la squadra ha tutto per fare una gran partita domenica. Io non vedo altro che un Lugano che nonostante tutto cerca di fare la partita a Berna. Dunque io non ho paura di queste cose, io non ascolto queste cose, io conosco il mondo di cui faccio parte. Accetto le critiche, accetto i complimenti e… vado avanti per la mia strada. Ho delle idee e non me le cambia nessuno. Sono onesto, le partite le sento e le soffro tutte perché so quanto è difficile vincere a questo livello».





























