«Con Alpi e Pirenei si andrà sulle montagne russe»


È iniziato il conto alla rovescia: sabato scatta la caccia alla maglia gialla. Pogacar imbattibile? «È il favorito, ma il Tour è ricco d'insidie e si vince a Parigi»
Mauro Gianetti, dirigente della UAE: «Abbiamo un piano preciso, ma di certo anche la Visma che ha una squadra top, con Vingegaard assetato di rivincita. Il percorso? C'è tantissima salita e torna anche il Ventoux; lì potrà fare un caldo mortale».
È iniziato il conto alla rovescia: sabato scatta la caccia alla maglia gialla. Pogacar imbattibile? «È il favorito, ma il Tour è ricco d'insidie e si vince a Parigi»
Mauro Gianetti, dirigente della UAE: «Abbiamo un piano preciso, ma di certo anche la Visma che ha una squadra top, con Vingegaard assetato di rivincita. Il percorso? C'è tantissima salita e torna anche il Ventoux; lì potrà fare un caldo mortale».
PARIGI - Per chi ama lo sport e le due ruote ci sono pochi dubbi: luglio fa rima con Tour de France. Nel 1903 prendeva il via la prima pionieristica edizione - evento che cambiò per sempre il mondo del ciclismo - e da lì si iniziarono a scrivere pagine di storia memorabili. Imprese folli e straordinarie, che negli anni hanno incoronato tanti campioni (alcuni, tra luci e ombre, caduti anche in disgrazia). Considerando gli stop forzati negli anni delle due guerre mondiali siamo arrivati all’edizione 112, che ci terrà compagnia dal 5 al 27 luglio e sarà tutta francese. Partenza da Lille e arrivo sui Champs-Élysées. 184 partecipanti e 23 squadre in lizza: tra queste anche la UAE del cannibale Tadej Pogacar e del Team Principal Mauro Gianetti.
«Sulle strade si stimano ogni anno circa 12 milioni di spettatori, questo rende l’idea della grandezza del Tour e di quello che è diventato - esordisce il dirigente ticinese - Sarà un’edizione speciale. Non si correrà nemmeno un metro all’estero e soprattutto sarà molto impegnativa. Negli ultimi dieci giorni c’è tantissima salita. Un primo momento della verità potrà essere l’ascesa verso Hautacam nella 12esima tappa, il 17 luglio. Il giorno seguente, sempre sui Pirenei, c’è anche una crono individuale di 11km senza tregua, con praticamente tutta salita. Si farà selezione. Poi attenzione, torna dopo anni d’assenza l’iconico Mont Ventoux; lì potrà fare un caldo mortale e sarà il durissimo arrivo della 16esima frazione. Segnalo anche la 18esima tappa con oltre 5¦500m di dislivello e l’arrivo al Col de la Loze. Insomma con Pirenei e Alpi si andrà sulle montagne russe e ci sarà da divertirsi».
Gianetti pone l’accento anche sulla prima parte della Grande Boucle, tutt’altro che banale.
«La prima settimana sarà sulle stradine strette del Nord della Francia, sempre insidiose per una carovana numerosa. Sarà una parte molto stressante e vi spiego perché. Senza una tappa che possa fare subito un po’ di classifica nel gruppo si creeranno delle tensioni. Tutti dovranno guardarsi le spalle, valutare bene come inserirsi nella fuga giusta per prendersi magari l’ambita maglia gialla, anche solo per un giorno o due. Questo darà vita a una battaglia nella battaglia».
Arriviamo ai favoriti. Pogacar si presenta da numero 1 e andrà a caccia del poker. Vingegaard, campione nel 2022 e 2023, cercherà di insidiarlo col supporto della Visma: Wout van Aert, Simon Yates, Sepp Kuss e Campenaerts sono grandi gregari.
«Non possiamo nasconderci, essendo il campione uscente e con l’inizio di stagione che ha fatto parte da favorito. Tadej è l’uomo da battere. Però dobbiamo stare attenti, non vuol dire che sia un vantaggio. Abbiamo un piano preciso su come affrontare questo Tour. Ma altrettanto farà la Visma, con una squadra top e Vingegaard che ha voglia di rivincita. Vince uno solo, ma la squadra è determinante. Fenomeni come Tadej e Jonas vanno aiutati con tantissimo lavoro dietro. Poi loro piazzano la stoccata».
La UAE non porta in Francia né Ayuso né Del Toro, due giovani che hanno brillato al Giro d’Italia.
«Esatto, per loro abbiamo previsto un calendario di questo tipo e nella prima parte di stagione hanno fatto benissimo. Isaac Del Toro ha sfiorato la vittoria alla Corsa Rosa. Ayuso in totale ha vinto sei gare, tra cui la Tirreno-Adriatico. Abbiamo programmato lo spazio sportivo in maniera coscienziosa, portando al Tour dei corridori a disposizione di Tadej per raggiungere il grande obiettivo. Loro avranno tutto il tempo nei prossimi anni: quando arriveranno alla Grande Boucle lo faranno da protagonisti».
Ci sarà invece João Almeida, reduce dal successo spumeggiante al Tour de Suisse e spalla preziosissima.
«Sta vivendo una grande stagione, a dir poco impressionante a livello di costanza. Ha voluto fortemente esserci per aiutare Pogacar. È pronto e sarà il supporto più importante. Già l’anno scorso, col suo quarto posto finale, è sempre stato al suo fianco. Quest’anno ha fatto un altro step in avanti: per noi sarà un uomo molto prezioso».
Negli scorsi mesi aveva fatto sorridere una dichiarazione di Primoz Roglic che, in maniera scherzosa, aveva risposto così alla domanda di un giornalista: “Come penso di battere Pogacar? Guardo che gare fa e faccio tutte le altre”. Una battuta, ma forse nemmeno troppo…
«È vero che Tadej sta facendo numeri impressionanti - forse mai visti prima - però il Tour dura tre settimane e può succedere di tutto. Non sono frasi fatte, ma è la realtà. Ci sono 21 giorni di competizione con mille imprevisti dietro l’angolo. Vingegaard ora parte un pochino sotto, ma ha già dimostrato in passato di sapersi esaltare e tirar fuori il meglio in queste occasioni. Va forte e l’abbiamo visto al Delfinato. Poi può contare su una squadra di altissimo livello con Kuss e Simon Yates, che ha appena vinto il Giro d’Italia. Ci aspettiamo anche un Evenepoel in crescita. Lo stesso Roglic è un grande avversario, così come Carlos Rodriguez ed Enric Mas. Sono un po’ questi i principali rivali».






