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PUGILATO

Antonietti e la boxe: «Dopo il Covid sono partito con una valigia in mano...»

Il ticinese Marius "Black" Antonietti: «Sogno un match per un titolo a Lugano...»
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Antonietti e la boxe: «Dopo il Covid sono partito con una valigia in mano...»
Il ticinese Marius "Black" Antonietti: «Sogno un match per un titolo a Lugano...»
SPORT: Risultati e classifiche
LUGANO - Una boxe come scuola di vita. Marius “Black” Antonietti ha sempre rincorso questa grandissima passione che l’accompagna da quando era piccolo e non ha mai smesso di credere in quello che faceva. Oggi, tra un match e l’altro in giro p...

LUGANO - Una boxe come scuola di vita. Marius “Black” Antonietti ha sempre rincorso questa grandissima passione che l’accompagna da quando era piccolo e non ha mai smesso di credere in quello che faceva. Oggi, tra un match e l’altro in giro per il mondo, continua a togliersi tante soddisfazioni: attualmente il suo record parla di 18 vittorie, 14 per ko, e 5 sconfitte. 

«Quando penso alla boxe immagino sofferenza e tutte le fatiche che ci sono dietro - ci ha detto il pugile ticinese - Mi immagino una salita ripida che non è ancora finita. Ho fatto tanti sacrifici ma allo stesso tempo ho avuto anche la fortuna di girare tanti Paesi, scoprendo diverse culture e ammirando le meraviglie di ogni singola città che ho visitato. Dopo il Covid ho preparato la mia borsa e, da solo, sono andato alla ricerca del mio futuro. Non sono partito da zero, perché comunque il pugilato è sempre stato parte della mia vita». 

Nonostante i tanti sacrifici, nella sua testa non è mai passata l’idea di smettere: «No, questo mai. Certo, ho avuto una carriera di alti e bassi, ma accantonare la boxe non è mai stato un tema. Le sconfitte mi hanno aiutato a crescere e non mi hanno demoralizzato. Anche se, bisogna dire, l’ambiente che c’è in questo mondo non è sempre dei migliori…».

Come mai ci sono spesso dei preconcetti nei confronti del pugilato?  «È normale… Statisticamente è lo sport più pericoloso e, allo stesso tempo, è anche il più remunerato se pensiamo ai grossi appuntamenti. Gli show con pugili importanti muovono tantissimi soldi e questo spesso fa sì che attorno non sia sempre tutto pulito. Ma nel pugilato c’è anche tantissimo rispetto, oltre che dramma e sofferenza. Di questo aspetto, molto spesso, la gente non se ne rende conto».

Antonietti ha un grande desiderio che spera di realizzare: «Un giorno mi piacerebbe tornare a combattere per un grosso titolo a Lugano, città nella quale sono cresciuto. Non so, magari con l’arrivo del nuovo Polo Sportivo, sarebbe interessante organizzare un match proprio al suo interno. Mi piacerebbe davvero tantissimo e ci penso spesso…». 

Lo scorso 3 aprile il 34enne ha combattuto e vinto a Zalau (in Romania) contro il venezuelano Victor Pinango. «Nei primi colpi l'ho studiato per poi cominciare ad attaccarlo dal secondo round, dove il mio avversario non è più stato in grado di reggere. Diciamo che io e il mio allenatore abbiamo messo sul ring una buona tattica, che alla fine ha funzionato. Prossimi incontri? Dovrei combattere il mese prossimo in Germania. L’obiettivo? Vincere un titolo prestigioso prima della fine del 2025».

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COMMENTI
 

F/A-19 6 mesi fa su tio
Non c’è sport più violento che là box, sempre che lo si possa definire uno sport, per me assurdo, tipo la lotta dei cani, ma si sa che l’essere umano non sempre ragiona.
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