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LUGANO

«No, il Casinò di Lugano non è in vendita»

Dopo le indiscrezioni delle ultime settimane la Direzione fa chiarezza: «Voci che hanno impattato sulla vita dei nostri dipendenti».
«No, il Casinò di Lugano non è in vendita»
Tipress
Paolo Sanvido (a sinistra) ed Emanuele Stauffer (a destra).
«No, il Casinò di Lugano non è in vendita»
Dopo le indiscrezioni delle ultime settimane la Direzione fa chiarezza: «Voci che hanno impattato sulla vita dei nostri dipendenti».
LUGANO - Una Città interlocutoria, che pondera parole e decisioni lasciando un'azienda - e le persone che ci lavorano - in bilico fra preoccupazione e incertezza. Non stiamo parlando di un'azienda qualsiasi, ma della Casinò Lugano SA recentemente o...

LUGANO - Una Città interlocutoria, che pondera parole e decisioni lasciando un'azienda - e le persone che ci lavorano - in bilico fra preoccupazione e incertezza.

Non stiamo parlando di un'azienda qualsiasi, ma della Casinò Lugano SA recentemente oggetto di alcune indiscrezioni apparse sui media ticinesi, così come di un'interpellanza liberale a riguardo a una sua possibile, e ipotetica, cessione.

Ma quindi, il Casinò è in vendita? Lo chiediamo ai diretti interessati.

«No, il Casinò non è in vendita, oggi è oggetto di riflessione da parte del Comune che giustamente si interroga su cosa fare e come gestire questo asset che è importante, e che ha un valore», ci spiega il presidente del CdA Emanuele Stauffer, «sappiamo che la Città si trova in una determinata situazione patrimoniale e che ha comunque l'idea di dismettere alcuni suoi attivi non strategici, e il Casinò rientra nell'ambito di queste riflessioni».

È lecito supporre che se succederà, non sarà nel breve-medio termine, è corretto?

«Oggi il Casinò appartiene saldamente ancora alla Città di Lugano, sappiamo che questo procedimento sarà ancora abbastanza lungo e noi durante questo processo continueremo a gestire la casa da gioco come abbiamo fatto fino a ora», continua Stauffer.

Al momento c'è un dialogo fra la Direzione e il Municipio?

«Sì, con la Città siamo in contatto costante, è ovvio che questo processo necessiti comunque di un apporto anche da parte nostra e dei dati relativi a quello che avviene nella nostra casa da gioco. La competenza di questa riflessione è sì dei gremi istituzionali ma ne siamo tenuti al corrente», conclude.

Voci e incertezze che hanno però ripercussioni reali sul morale, e sulle vite del personale...

Sicuramente per il personale tutto questo è stato piuttosto impattante», ci conferma il CEO Paolo Sanvido, «dal canto nostro abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, abbiamo comunicato e dato in trasparenza tutte le informazioni necessarie. Abbiamo pianificato anche tre incontri con il personale in cui ci mettiamo a disposizione per fare chiarezza e rispondere a qualsiasi interrogativo che possa sorgere. In questo momento il nostro compito è quello di rassicurare e dare certezze, dire che dobbiamo continuare a fare bene il nostro lavoro perché questa decisione non è stata ancora presa e che, anche se e quando verrà presa, si tratterà di tempistiche abbastanza lunghe»

In un presente del gioco spaccato fra digitale e reale, quali sono le sfide di gestire un casinò?

I pubblici di un Casinò sono diversi. C'è chi ama venirci di persona, toccare le fiches, interagire con i croupier o giocare con le slot. Poi ce n'è uno che è totalmente all'opposto che preferisce stare a casa sua e giocare in digitale. Noi accontentiamo entrambi. La cosa importante per noi è far capire che i casinò che hanno una licenza svizzera, tutelano l'interesse del giocatore e la concezione sociale. Purtroppo, al giorno d'oggi, in Svizzera si può giocare in tantissimi casinò illegali in cui le norme minime di legge non sono garantite».



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