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È un oro che acceca, ma ancora per quanto?

L'oro supera i 3.800 dollari l'oncia, segnando la crescita più forte dal 1979. In un'intervista, l'esperto di economia e finanza Rodney Sullivan spiega perché il rally potrebbe continuare.
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Fonte The Darden News
È un oro che acceca, ma ancora per quanto?
L'oro supera i 3.800 dollari l'oncia, segnando la crescita più forte dal 1979. In un'intervista, l'esperto di economia e finanza Rodney Sullivan spiega perché il rally potrebbe continuare.

NEW YORK - Brilla sempre di più. L'oro sta vivendo un periodo di straordinaria crescita, con il prezzo che a inizio settimana ha superato per la prima volta i 3.800 dollari l'oncia con un aumento del 45% quest'anno, il più significativo dal 1979. E mentre scriviamo, questa mattina il record viene ancora rivisto all'insù: il prezzo spot ha toccato un altro massimo a 3.870,39 dollari l'oncia.

L'esperto americano di economia e finanza Rodney Sullivan, direttore esecutivo del Mayo Center for Asset Management presso la Darden School of Business dell'Università della Virginia, attribuisce questo rally a diversi fattori chiave, affermando che l'oro «ha effettivamente avuto un andamento positivo, quasi raddoppiando negli ultimi due anni, passando da 2.000 dollari l'oncia all'inizio del 2024 a quasi 4.000 dollari.»

Un viaggio tra le cause del rally - Tra le cause principali, in un'intervista sul portale di ricerca, economia e finanza The Darden News, Sullivan evidenzia che «l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 è stata un catalizzatore chiave iniziale», spingendo «le banche centrali dei paesi con governi autocratici ad aumentare i loro acquisti di oro a salvaguardia del loro patrimonio sovrano». Ma non è tutto. Secondo l'esperto, anche «i tentativi del presidente Donald Trump di riorganizzare i rapporti dell'America con i suoi principali partner commerciali hanno scosso i governi, alimentando ulteriormente il rally dell'oro».

«Una piccola allocazione d'oro rinforza il portafoglio» - Sebbene l'oro «non genera flussi di cassa come azioni e obbligazioni», Sullivan conclude che «una modesta allocazione in oro può rafforzare un portafoglio aggiungendo diversificazione». Questo perché «l'oro in genere offre rendimenti positivi durante i periodi di turbolenza finanziaria, quando gli asset più rischiosi come le azioni sono in calo, e durante i contesti inflazionistici, quando gli asset solitamente più sicuri come le obbligazioni nominali soffrono». Quindi, anche «una piccola quota di oro, solo una piccola percentuale (...) può contribuire a diversificare e proteggere un portafoglio complessivo durante le turbolenze del mercato».

Fuga dall'inflazione... e il "solito" bene rifugio - La sua pressione - durata mesi - sulla Federal Reserve «affinché abbassasse i tassi di interesse ha compromesso l'indipendenza della Fed: un altro segnale rialzista per l'oro, poiché gli investitori cercano il metallo prezioso come copertura contro la potenziale inflazione». Inoltre, «negli ultimi anni la bolla immobiliare cinese è scoppiata, con un conseguente effetto negativo sulla ricchezza dei risparmiatori cinesi, che hanno iniziato ad acquistare oro come bene rifugio alternativo». Infine, «il crescente tenore di vita in India ha aumentato la ricchezza, incrementando ulteriormente la domanda di questo metallo prezioso».

Ma quanto durerà? - Per quanto riguarda la durata di questo trend, Sullivan suggerisce che «finché le banche centrali globali continueranno ad accumulare riserve auree, il trend rialzista potrebbe proseguire». A settembre, «le banche centrali detenevano collettivamente circa il 27% delle riserve globali totali in oro. Per la prima volta dal 1996, l'oro rappresenta ora una quota maggiore delle riserve delle banche centrali rispetto ai titoli del Tesoro, diventando la seconda riserva globale più grande dopo il dollaro USA». È di queste ore infatti la notizia che le riserve auree del Tesoro USA hanno superato il valore di 1.000 miliardi di dollari.

Guardando all'oggi, certo è che il rischio di un potenziale shutdown - arresto dei finanziamenti alle attività governative non essenziali - del governo statunitense e l'ipotesi di ulteriori tagli ai tassi della Fed, aggiungono una brillantezza (che acceca) allo storico rally dell’oro.

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