Paramount offre miliardi, per Warner non sono abbastanza
Il colosso avrebbe respinto l'offerta di acquisizione da 20 dollari ad azione
NEW YORK - Il colosso mediatico e cinematografico statunitense Warner Bros Discovery avrebbe respinto l'offerta di acquisizione avanzata dal gruppo concorrente Paramount Skydance, ritenendola troppo bassa. È quanto riporta l'agenzia di stampa economico finanziaria statunitense Bloomberg citando fonti vicine al dossier.
A riportare la notizia sulla proposta, che avrebbe potuto ridisegnare Hollywood e l'industria della televisione in streaming creando un agguerrito concorrente per Netflix, era stato a inizio settembre il quotidiano newyorkese The Wall Street Journal.
L'offerta ammontava a 20 dollari (16,12 franchi al cambio attuale) ad azione. Secondo le notizie raccolte da Bloomberg, Paramount ha ora diverse opzioni per conquistare Warner Bros, tra cui aumentare l'offerta, rivolgersi direttamente agli azionisti o trovare ulteriore sostegno tramite un partner finanziario.
Lo scorso anno Warner aveva annunciato di volersi separare in due diverse entità, una focalizzata sulla televisione tradizionale - Cnn e Hbo - e l'altra sullo streaming e gli studio di Hollywood, incluso il servizio streaming Hbo Max. L'offerta di Paramount, che ha in portafoglio le televisioni Cbs e Mtv e il servizio di streaming Paramount+, riguardava l'intera società comprese le tv via cavo.
Per Paramount Skydance, guidata da David Ellison, il figlio del miliardario Larry Ellison, la mossa appariva piuttosto audace visto che la capitalizzazione di mercato di Warner Bros è di circa 33 miliardi di dollari, più del doppio di Paramount. Esistevano peraltro anche rischi di violazione delle norme sui cartelli vista la portata dell'operazione: l'accordo unirebbe infatti due degli studio di Hollywood più acclamati, mettendo insieme i film Mission: Impossibile e Harry Potter con Barbie, e le serie Yellowstone con The White Lotus.
Le aziende media americane come Warner Bros e Comcast sono alle prese con la fuga dei consumatori dagli abbonamenti televisivi tradizionali e, allo stesso tempo, con la pressione degli investitori che chiedono un ritorno rapido alla redditività, anche a costo di tagli pesanti.
