«La libertà di parola non può proteggere la violenza»

Pam Bondi annuncia che i discorsi contenenti odio verranno perseguitati. «La sinistra usa una retorica violenta per farci tacere: non ci riusciranno. Lo faremo per Kirk»
WASHINGTON - «I discorsi di odio che oltrepassano il limite e diventano minaccia di violenza non sono protetti dal primo emendamento. È un reato. Per troppo tempo abbiamo visto la sinistra radicale normalizzare le minacce, incitare all'assassinio e incitare alla violenza politica. Quell'era è finita»: lo afferma su X l'attorney general Pam Bondi.
Annuncia quindi l'intenzione di perseguire quei discorsi «ai sensi del 18 USC õ 875 (c)", secondo cui è un reato federale trasmettere «qualsiasi comunicazione contenente una minaccia di rapimento di una persona o una minaccia di lesioni di un'altra persona».
«Allo stesso modo - prosegue - il 18 USC õ 876 e il 18 USC õ 115 considerano un reato minacciare funzionari pubblici, membri del Congresso o le loro famiglie».
«Non puoi - aggiunge la ministra della giustizia - chiedere l'omicidio di qualcuno. Non puoi colpire un membro del Congresso. Non puoi fare la doxing (raccolta di dati on line) di una famiglia conservatrice e pensare che verrà liquidata come 'libertà di parola'. Questi atti sono reati punibili e ogni singola minaccia verrà affrontata con tutta la forza della legge», aggiunge.
«La libertà di parola - sottolinea - protegge le idee, il dibattito e persino il dissenso, ma non protegge e non proteggerà mai la violenza. È chiaro che questa retorica violenta è progettata per impedire ad altri di esprimere ideali conservatori. Non saremo mai messi a tacere. Né per le nostre famiglie, né per le nostre libertà, e mai per Charlie. La sua eredità non sarà cancellata dalla paura o dall'intimidazione».