Una «feroce spirale» verso «qualcosa di molto brutto»

L'uccisione di Charlie Kirk sta generando reazioni che mutano a gran velocità. A destra, dal lutto si è passati a chiedere vendetta. A sinistra c'è chi sostiene che "se l'è cercata". Un'escalation di "violenza politica" sembra dietro l'angolo
La morte di Charlie Kirk, l'attivista ucciso durante un comizio nel campus dell'università dello Utah con un colpo sparato alla gola, diventerà uno strumento politico. Anzi, sta già accadendo in queste ore, mentre è in corso la caccia all'uomo per mettere le mani sulla persona che, da un tetto nelle vicinanze del palco, ha premuto il grilletto.
Come detto, l'assassinio del giovane fondatore di Turning Point USA sta già assumendo la forma di uno strumento che avrà un suo ruolo nella comunicazione politica, sia nel breve che a medio-lungo termine negli Stati Uniti. Le reazioni di queste ore lo dimostrano. La condanna è stata, ovviamente, unanime tra Repubblicani e Democratici. Ma anche preludio, breve, di accuse reciproche fra i due schieramenti. E in tal senso, un'escalation di "violenza" verbale e politica sembra essere dietro l'angolo.
Una «feroce spirale» verso «qualcosa di brutto»
Il timore di una «spirale» è vivo. Mike Jensen, ricercatore dell'Università del Maryland, interpellato da Reuters, ha tracciato un orizzonte cupo per il paese dopo quello che ha definito un evento «sconvolgente e allarmante, ma non per forza sorprendente». E le responsabilità di questo scenario, se si riavvolge il nastro degli ultimi mesi, portano alla stessa Casa Bianca. «Questa è un'amministrazione che, piaccia o meno, ha apportato profondi cambiamenti al paese negli otto mesi in cui è stata in carica. Alcune persone la amano, alcune la odiano. E quelle che la odiano hanno iniziato a reagire. E così le persone che la amano inizieranno a reagire contro quelle che la odiano e tutto diventerà una feroce spirale che potrebbe portarci verso qualcosa di molto, molto brutto».
Nel giro di poche ore, sui social network il tono delle reazioni ha iniziato a mutare. A destra, i conservatori sono passati molto rapidamente dall'esprimere dolore ed elaborare il lutto a chiedere vendetta per la morte di Kirk. Il New York Times parla di «nefasti proclami» sul fatto che il paese sia (o, ancora peggio, «dovrebbe essere») sull'orlo di una guerra civile. Mentre a sinistra c'è chi, per dirla in estrema sintesi, sostiene che se l'è andata cercare. Robert Pape, docente di scienze politiche dell'Università di Chicago, ha paragonato il paese a «una polveriera» in «stiamo osservando una politica sempre più radicalizzata e sempre più sostegno alla violenza rispetto a qualsiasi altro momento di questi ultimi quattro anni».