Dietro il delitto, il desiderio di trasferirsi in Colombia

Nuovi dettagli in relazione all'omicidio di Alessandro Venier, fatto a pezzi qualche giorno fa da madre e compagna
GEMONA DEL FRIULI - Aveva programmato la sua partenza per la Colombia il 27 luglio, portando con sé la compagna Maylin Castro Consalvo e la figlioletta nata a gennaio. E aveva chiesto alla madre, Lorena Venier, di accompagnarli in aeroporto. Il viaggio rappresentava per Alessandro un nuovo inizio: in Colombia aveva già avviato un’attività di ristorazione e acquistato un terreno. Tuttavia, né la compagna né la madre erano favorevoli alla sua scelta.
Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, proprio alla vigilia della partenza, sarebbe maturata la decisione “inevitabile” – come definita dagli inquirenti – di eliminare Alessandro. Maylin non voleva lasciare l’Italia e la madre, legatissima alla nuora e alla nipotina, non accettava l’idea del distacco. Da lì, secondo le indagini, le due donne avrebbero pianificato e messo in atto l’omicidio: il corpo dell’uomo sarebbe stato fatto a pezzi e nascosto in un bidone ricoperto di calce viva.
L’ipotesi emersa, dopo l’interrogatorio della madre, è quella di un omicidio premeditato. Lorena Venier ha ammesso le proprie responsabilità, definendo quanto compiuto «una cosa mostruosa». Secondo il suo legale, Giovanni De Nardo, la donna si è mostrata lucida, ma profondamente provata dalla consapevolezza della brutalità dell’atto commesso.
Si attende ora l’interrogatorio della compagna, seguita dal Sert dopo essere stata colpita da una sindrome post partum. Il magistrato dovrà stabilire se le versioni delle due donne coincidano. L’autopsia sarà fondamentale per chiarire le circostanze della morte: gli inquirenti ipotizzano che il 35enne sia stato prima stordito con dei farmaci e poi soffocato con un cordino.
L’attenzione degli investigatori si concentra anche sulla vittima, descritta come una persona dal passato complesso: figlio di un egiziano che non lo aveva riconosciuto, aveva precedenti giudiziari, un atteggiamento esibizionista e violento, anche verso gli animali, con frequenti scoppi d’ira. Un contesto familiare teso, dunque, che potrebbe aver fatto da detonatore a una tragedia estrema.