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Caso Epstein, il complottismo si ritorce contro Trump

Tra una telefonata con Putin e una firma sui nuovi dazi, il tycoon sta facendo i conti con le fratture che minacciano di spaccare irrimediabilmente il movimento MAGA
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Caso Epstein, il complottismo si ritorce contro Trump
Tra una telefonata con Putin e una firma sui nuovi dazi, il tycoon sta facendo i conti con le fratture che minacciano di spaccare irrimediabilmente il movimento MAGA

WASHINGTON - Gli eccessi di complottismo non si estinguono premendo un pulsante. Né strillando, in retromarcia, sui social network. E lo sta scoprendo in questi giorni anche Donald Trump, rimasto impigliato in quella stessa rete da lui imbastita nell'ebbrezza della campagna elettorale, quando aveva promesso di declassificare i cosiddetti "Epstein files" per picconare l'élite corrotta che orbitava nella galassia attorno all'ex finanziere, morto in carcere nell'agosto di sei anni fa.

Promesse che hanno fomentato l'inesauribile fame di cospirazioni della base dei suoi sostenitori - la vera anima del movimento MAGA - che ora brama di conoscere quei nomi e che quindi ora non può accettare il "passo indietro" del tycoon; lui che per anni (con la "complicità" del suo entourage) ha gonfiato e diffuso sospetti e polemiche attorno a quello stesso caso. Un caso su cui, improvvisamente, sembra non ci sia più un granché da mettere in controluce.

Forse, come asseriscono i suoi avversari politici (e con loro anche qualche ex amico; uno in particolare, cittadino sudafricano, estremamente ricco... che però ha poi ritrattato, cancellando il post in cui chiamava in causa il presidente), in quelle liste figura anche il suo nome. O forse, davvero non è rimasto molto da rivelare. Ma come lo si può spiegare a quella pletora di seguaci che, proprio grazie ai voraci appetiti, lo ha portato a varcare per una seconda volta la soglia della Casa Bianca? E nel caso, tanto vale rendere pubblici quei documenti se davvero non c'è nulla di particolarmente compromettente al loro interno, no?

Sono domande che restano per il momento nel ghiaccio. Certo è invece il fatto che il ragionamento e la parola finiscono quasi sempre per avere la peggio contro la pancia. E ora, trovandosi per una volta dall'altra parte, a schivare il "boomerang", se ne sarà probabilmente reso conto anche Donald Trump.

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