Non solo le chat. Hegseth ha portato la moglie ad alcuni incontri sensibili

Lo avrebbe accompagnato a un appuntamento col ministro della difesa britannico e a una riunione del gruppo di contatto per l'Ucraina
WASHINGTON - Non c'è pace, in questo periodo, per il capo del Pentagono Pete Hegseth. È infatti accusato di aver portato la moglie, una ex producer di Fox, ad "incontri sensibili" con alcune delle sue controparti militari straniere.
Uno degli incontri a cui Jennifer Hegseth ha partecipato - rivela il Wall Street Journal - è stato quello al Pentagono con il ministro della difesa britannico John Healey il 6 marzo scorso, all'indomani dell'annuncio americano sull'interruzione della condivisione di intelligence con l'Ucraina. Al centro dell'incontro c'è stata la logica che ha spinto Washington alla stretta nei confronti di Kiev ma anche la futura collaborazione fra Stati Uniti e Gran Bretagna. La moglie di Hegseth ha partecipato anche ad una riunione nella sede della Nato a Bruxelles del gruppo di contatto per l'Ucraina, durante la quale gli alleati di solito si confrontano su informazioni riservate.
Il ministro alla Difesa può invitare chiunque agli incontri con le controparti in visita, anche se solitamente la lista dei presenti alle riunioni è limitata a un numero ristretto di persone che hanno le necessarie autorizzazioni di sicurezza. Molte consorti di funzionari di alto grado dell'amministrazione hanno spesso alcune autorizzazioni di sicurezza di basso livello, ma non è chiaro se Jennifer Hegseth ne sia in possesso.
Non è comunque solo la moglie del capo del Pentagono a suscitare polemiche. C'è infatti anche il fratello minore Philip Hegseth, producer di un podcast per il think tank conservatore Hudson Institute entrato di recente a far parte del Dipartimento della Sicurezza nazionale in qualità di 'legame' con il ministero della Difesa. Pete e Philip Hegseth di recente hanno visitato insieme alcune basi militari americane, inclusa Guantanamo.
La rivelazione del Wall Street Journal espone il capo del Pentagono a ulteriori critiche sulla sua gestione di informazioni sensibili e secretate, dopo lo scandalo legato alla chat di Signal dove è stato inserito per errore un giornalista di "The Atlantic", che è così venuto a conoscenza dei piani di attacco agli Houthi (nonostante il Governo neghi che fossero presenti informazioni segrete).