Trump-Putin: idillio finito?

Il tycoon sbotta: «Putin? Dice un sacco di stronzate».
WASHINGTON - C'eravamo tanto amati. La liaison diplomatica tra Donald Trump e Vladimir Putin sembra essere giunta al capolinea, dopo quello che il capo della Casa Bianca si è fatto scappare di bocca davanti ai giornalisti che gli chiedevano notizie sulla pace in Ucraina.
«Putin? Non sono contento di lui. Sta dicendo un sacco di stronzate» ha risposto spazientito super Donald.
L'insofferenza cova da un po'.
Ogni telefonata con il Cremlino finisce con dei dolori di pancia dal punto di vista politico. Lui che aveva promesso di far ritornare in 48 ore carri armati e missili dentro ai siti militari da cui erano stati fatti uscire, si trova a dovere fare i conti con uno come il "buon" Vladimir che parla un'altra lingua e che di mettere fine alla guerra non ci pensa minimamente, a meno che non vengano accettate tutte le sue condizioni.
La permalosità e la facile irritabilità del presidente americano sono note e le scorte di pazienza probabilmente stanno finendo come l'idillio che sembrava essere rifiorito con il vecchio amico della Piazza Rossa.
A Donald Trump ribolle il sangue ogni volta che gli mettono sotto gli occhi le immagini che arrivano da Kiev e dal fronte di guerra: non c'è occasione in cui non nasconde la sua frustrazione per come lo zar si sta comportando e anche in un'odierna riunione di governo non ne ha fatto mistero.
È così frustrato e spazientito, il great president, che ci ha ripensato sù sul fatto di non mandare più armi a Zelensky: alla pioggia di missili e droni con i quali Putin tutti i giorni ricorda al mondo che - Trump o non Trump - la pace può aspettare, il numero uno della Casa Bianca ha risposto tirando sù il telefono e chiamando stavolta non in Russia ma a Washington, al numero del capo del Pentagono.
Poche parole, quelle necessarie a dire che le spedizioni di armi e munizioni per Kiev possono riprendere. Il blocco è tolto.