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COREA DEL NORD

Kim, dove sono finiti tutti quei missili?

Secondo le stime statunitensi, la Corea del Nord avrebbe solamente «10 o meno» ICBM schierati e operativi. Una cifra che sorprende, considerati i ricorrenti test balistici e il costante sfoggio del proprio arsenale
Imago
Fonte red
Kim, dove sono finiti tutti quei missili?
Secondo le stime statunitensi, la Corea del Nord avrebbe solamente «10 o meno» ICBM schierati e operativi. Una cifra che sorprende, considerati i ricorrenti test balistici e il costante sfoggio del proprio arsenale

PYONGYANG - Quindi è tutto solo chiacchiere e distintivo? Si parla di Kim Jong-un, leader supremo della Corea del Nord, e dell'effettivo arsenale schierato e pronto all'uso da parte delle forze armate dell'elusivo paese, situato al di sopra del 38° parallelo nord. In particolare, del numero effettivo di missili intercontinentali (ICBM) a portata di pulsante. Perché, secondo una stima della Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti, in quel di Pyongyang sarebbero «10 o meno» gli ICBM schierati, ossia operativi e pronti all'uso.

Solo? La domanda, alla luce delle decine di test missilistici effettuati negli ultimi anni - sempre a favore di camera e con tutto l'apparato di propaganda della statalissima KCNA - sorge spontanea. Volendo tracciare un parallelo, nello stesso documento prodotto dalla DIA, la Cina risulta avere 400 di questi missili schierati mentre la Russia 350; con una proiezione al 2035 che raggiunge, rispettivamente, la quota di 700 e 400 missili. Per la Repubblica Popolare Democratica di Corea, lo stesso orizzonte decennale si ferma invece a 50.

Ma torniamo al presente. A quei «10 o meno» missili che, è quasi scontato sottolinearlo, sono una disponibilità soprendentemente bassa per un regime che ha fatto dei ruggiti e delle minacce di poter colpire il nemico ovunque (e in qualunque momento) la sua cifra. Su cosa si basa la stima statunitense? Questo, per il momento, non è dato saperlo. Potrebbe esserre frutto di un'analisi a 360 gradi o di informazioni dirette e classificate.

I fatti degli ultimi anni però cozzano con queste cifre. Basta pensare a quanto materiale fotografico la KCNA ha rilasciato dal 2018 ai giorni nostri per fare sfoggio dei propri sistemi balistici di lancio. E poi c'è l'indimenticabile parata militare del 2023, usata dal regime come vetrina per mettere in mostra con grande orgoglio tutto l'arsenale a disposizione.

Nell'impossibilità di tracciare a ritroso l'origine delle cifre, l'unico campo che resta da consultare è quello delle ipotesi. E diverse ne esplora il sito 38north.com che, citando fonti di stampa e di intelligence, cerca di dare allo scenario un contorno plausibile. E per farlo si può partire proprio da quel 2023. Perché c'è chi suggerisce che parte di quei sistemi fatti sfilare in parata fossero in realtà non operativi. Dei "fantocci" vuoti messi in bella vista per fini propagandistici. Oppure, più semplicemente, c'è un problema di ritardi: Pyongyang non sarebbe in grado di produrre missili a sufficienza per armare tutti i sistemi che ha (mostrato di avere) nella propria disponibilità.

Infine, non si può nemmeno escludere che - sebbene le valutazioni statunitensi siano le più autorevoli in materia - le stime tracciate dalla DIA siano eccessivamente prudenti e che, di riflesso, Pyongyang abbia un potenziale molto più grande in termini di espansione del suo arsenale balistico intercontinentale.

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