I veleni attorno al Conclave

Attacchi e disinformazione. Nel mirino Parolin, Tagle e Pizzaballa. Ma succedeva anche in tempi più lontani: i casi del 1903 e del 1846.
CITTÀ DEL VATICANO - Gli umori venefici che si propagano attorno alla Cappella Sistina. Sono, utilizzando una terminologia che per modernità stona con il lessico ultrasecolare che caratterizza le "cose vaticane", le fake news che si fanno strada quando ormai mancano poco più di 48 ore dall'inizio del Conclave che eleggerà il prossimo Papa.
Veleni, intrighi e presunte fughe di notizie, quasi del tutto riconducibili a un minimo comune denominatore: la disinformazione. Ne è stato vittima il cardinale Pietro Parolin, già Segretario di Stato vaticano nonché l'uomo più quotato, secondo le previsioni, per salire al Soglio di Pietro dopo Francesco. Il porporato, secondo quanto diffuso lo scorso primo maggio da un sito cattolico conservatore degli Stati Uniti (Catholicvote.org, ndr.), avrebbe avuto un malore, con tanto di svenimento, «al termine della sessione» della Congregazione generale del 30 aprile.
Un presunto episodio di «ipertensione», già smentito dal Vaticano. Un attacco diretto a Parolin; volto a insinuare il dubbio sulla sua idoneità a ricoprire il ruolo di Pontefice e guida della Chiesa. Il capo della diplomazia vaticana non è però stato il solo bersaglio dei corvi che volano in questi giorni "sopra" San Pietro. C'è cardinale filippino Luis Antonio Tagle, su cui sono stati sollevati dubbi dopo che un video in cui lo si vede cantare "Imagine" di John Lennon ha iniziato a circolare in rete. O il francese Jean Marc Aveline, perché «non parla bene l'italiano». E le frange più tradizionaliste n'è hanno anche per Pierbattista Pizzaballa; non falsità ma colpe anagrafiche: è troppo giovane.
Il polmone di Papa Francesco
Certo, la tecnologia e il proliferare dei social network hanno amplificato la disinformazione. Ma i veleni che anticipano la fumata bianca, in una forma o nell'altra, non sono figli dei tempi moderni. Lo dimostrano i precedenti. Anche Papa Francesco, al tempo solo cardinale Jorge Mario Bergoglio, fu bersaglio delle fake news. La più nota è sicuramente quella relativa al fatto che avesse un polmone solo. In realtà, come avrebbe poi raccontato lui stesso, a mancare era solamente una piccola parte del polmone destro. Il lobo superiore, asportato nel 1957, quando aveva 21 anni, a causa di tre cisti. Ma «non ho mai sentito alcuna limitazione nelle mie attività», aveva spiegato.
Antiche manipolazioni
Per trovare alcuni casi emblematici di interferenza nell'elezione papale occorre poi riavvolgere i nastri della storia di oltre un secolo. Nel 1903 fu l'imperatore d'Austria, Francesco Giuseppe, avvalendosi dello "ius exclusivae", a porre il veto contro il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, segretario di Stato sotto Leone XIII e considerato il favorito della vigilia. L'imperatore inviò segretamente il messaggio a diversi cardinali. Messaggio che fu estratto e letto da uno dei porporati quando a Rampolla mancavano ormai pochi voti per essere eletto. Fu poi eletto Pio X.
Ancora più indietro c'è il caso del 1846, il Conclave che portò all'elezione di Pio IX. E anche in questo caso, lo zampino è quello dell'impero austriaco, che non vedeva di buon occhio l'ascesa dei cardinali più riformatori. E, come riportato dall'Adnkronos, ci sono resoconti dell'epoca che raccontano di notizie false diffuse per screditare la candidatura del cardinale Mastai-Ferretti, perché ritenuto instabile di salute. Un vero e proprio attacco di propaganda, che però fallì. Mastai fu eletto, con il nome di Pio IX, e il suo - con 31 anni, 7 mesi e 23 giorni - fu il papato più lungo della storia moderna (secondo complessivamente solo a quello attribuito, nella tradizione, a San Pietro).