Scoppia la rabbia, i manifestanti assaltano il bar dopo l'incendio mortale



Il locale appartiene al proprietario della discoteca dove sabato notte hanno perso la vita 59 persone
Il locale appartiene al proprietario della discoteca dove sabato notte hanno perso la vita 59 persone
KOCANI - Momenti di forte tensione lunedì pomeriggio a Kocani dove sabato notte una serata di musica si è trasformata in un inferno di fiamme, con un tragico bilancio di almeno 59 morti e 150 feriti.
Nel corso di una manifestazione i partecipanti hanno preso d'assalto un ristorante gestito dallo stesso proprietario del Pulse, palcoscenico della tragedia di sabato. I manifestanti hanno rotto le vetrine dell'esercizio pubblico, sono entrati nelle sale distruggendo l'intero mobilio. L'intervento della polizia non è servito a nulla, dato che i manifestanti erano più di cento. Si trattava di una manifestazione pacifica per ricordare le vittime dell'incendio di sabato notte.
Il rogo, ricordiamo, si è innescato con ogni probabilità dalle scintille del materiale pirotecnico utilizzato per gli effetti luminosi, con le fiamme che hanno travolto prima il tetto e subito dopo l'intero locale mentre il fumo denso non ha lasciato scampo alle centinaia di ragazze e ragazzi intenti a ballare e a divertirsi. Secondo il ministro dell'Interno Pance Toshkovski, al momento della tragedia nel locale si trovavano circa 500 persone, quasi tutti giovani non oltre i 25 anni. Tra le vittime e i feriti vi sarebbero anche numerosi minorenni, mentre sono tanti i genitori e parenti che sono alla ricerca dei propri figli, non sapendo se sono fra le vittime o nei diversi ospedali del Paese.
Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), finora non ci sono cittadini svizzeri tra i morti e i feriti. Lo ha dichiarato il portavoce Jonas Montani al portale 20 Minuten.