Il vice ministro degli Esteri russo: «Dagli USA alcun cambiamento concreto»

Serghei Ryabkov: «L'assistenza a Kiev da parte di Washington continua»
MOSCA - «Per quanto i segnali possano essere importanti», Mosca non vede «alcun cambiamento concreto» nella politica americana a proposito dell'Ucraina, soprattutto perché «l'assistenza a Kiev continua» da parte di Washington.
Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, citato dalle agenzie russe, dopo che il presidente Usa Donald Trump ha detto di aver parlato al telefono con quello russo Vladimir Putin.
Ryabkov ha anche sottolineato che «non si stanno affatto indebolendo i tentativi di presentare la questione in modo tale che Mosca dovrebbe fare concessioni e compromessi se è interessata a un qualche tipo di accordo».
Commenti analoghi sono stati fatti da un altro vice ministro degli Esteri, Mikhail Galuzin, in un'intervista all'agenzia Ria Novosti. «È importante - ha detto Galuzin - che le parole siano sostenute da passi concreti che tengano in considerazione i legittimi interessi russi, dimostrando la volontà di eliminare le cause di fondo della crisi e riconoscano le nuove realtà. Ma nessuna proposta specifica di questa natura è stata finora ricevuta».
Secondo Galuzin, «le due cause principali (del conflitto) sono l'espansione della Nato e le violazioni dei diritti dei residenti in Ucraina di etnia e di lingua russa». Senza eliminare queste cause, ha insistito il vice ministro russo, «avremo una tregua temporanea o un congelamento del conflitto, con la sua inevitabile ripresa, e questo è inaccettabile per la Russia».
«Senza risolvere i problemi che sono le cause profonde di ciò che sta accadendo, non sarà possibile raggiungere un accordo», ha detto anche Ryabkov. «Pertanto - ha concluso - i palliativi, le mezze misure non sono la strada che siamo disposti a percorrere».
Ryabkov è tornato poi sulla precedente gestione Biden, affermando che l'ex presidente degli Stati Uniti «ha puntato sulla guerra ibrida e ha configurato agli alleati l'idea di infliggere una sconfitta strategica alla Russia».