«Nel popolo ha prevalso l’esasperazione»

Il commento del Governo: «Voto non privo di conseguenze economiche». Vitta: «Nel 2028 sarà pronta l’imposta sulle seconde case».
BELLINZONA - «Prendiamo atto dei due “sì”». A dirlo è il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi durante il momento informativo messo a punto dal Governo per commentare l’approvazione sulle due iniziative Lamal.
Gobbi: «Voto di protesta» - «La votazione cantonale è arrivata in un momento storico insidioso - commenta Gobbi - abbiamo cercato di spiegare come le due iniziative non andassero a risolvere il problema. Sarà lo Stato a farsi carico dei costi complessivi: le decisioni odierne non saranno prive di conseguenze a livello finanziario. Di sicuro, col voto odierno il Ticino ha dato prova del suo malessere. Lo interpretiamo anche come una protesta verso il sistema in vigore».
«Servirà prima chiarire il finanziamento» - Le iniziative entreranno in vigore «quando verrà chiarito il finanziamento. Sarà avviato un dialogo con gli iniziativisti, i comuni, i partner sociali e i partiti». Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha sottolineato come in questi anni si siano «promosse innumerevoli iniziative concrete. Il voto odierno non risolve il problema dei costi della salute. Il sistema ha mostrato dei limiti: serve una riforma urgente a livello federale».
Vitta: «Ha prevalso l'esasperazione» - Il direttore del dipartimento delle Finanze e dell’economia Christian Vitta ha precisato come, nel popolo, abbia «prevalso l’esasperazione. Il percorso ora è arduo: ognuno dovrà mettere le bandiere di partito da parte e discutere per cercare una soluzione praticabile». Per quanto riguarda l’abolizione del valore locativo, si ipotizza che il Consiglio federale voglia fissare l’entrata in vigore per il 1 gennaio 2028.
«C'è chi ha battuto le mani e chi no» - Sull’assenza in conferenza stampa dei colleghi di Governo Marina Carobbio e Claudio Zali, “avvistati” invece ai "ritrovi" dei due partiti, Gobbi ha commentato: «Oggi c’è chi ha battuto le mani e chi no. Sta alla libertà individuale di ognuno di noi. Noi tre siamo qui e ci mettiamo la faccia». E ha aggiunto: «Non è un segno di sfiducia, ma l’espressione di un malessere profondo».












































































































