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«La scuola ticinese non può restare indifferente di fronte alla tragedia di Gaza»

Dall'Mps l'interpellanza al Governo per chiedere di portare nelle aule iniziative per una «riflessione educativa, critica e responsabile»
TiPress (archivio)
«La scuola ticinese non può restare indifferente di fronte alla tragedia di Gaza»
Dall'Mps l'interpellanza al Governo per chiedere di portare nelle aule iniziative per una «riflessione educativa, critica e responsabile»

BELLINZONA - La tragedia che da settimane insanguina Gaza approda anche nei banchi della politica cantonale. I deputati Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini (entrambi MPS) hanno depositato un’interpellanza al Consiglio di Stato dal titolo eloquente: “La scuola ticinese non può restare indifferente di fronte alla tragedia che sta insanguinando Gaza”.

Secondo i firmatari, il mondo della scuola ha il «dovere morale e civile» di non rimanere spettatore passivo davanti a ciò che viene definito «una catastrofe umanitaria che non consente né silenzi né indifferenze».

La scuola, sottolineano i deputati, non è un’istituzione neutrale: «la Legge della scuola del Canton Ticino le affida esplicitamente la missione di educare al rispetto dei diritti umani, alla responsabilità e alla pace». Per questo, sostengono Sergi e Pronzini, è necessario creare spazi di riflessione nelle classi, affinché studenti e studentesse possano comprendere la complessità dei fatti, riconoscere la disumanità della guerra e maturare una coscienza critica.

Il richiamo è anche a una prassi già consolidata: ogni anno le scuole ticinesi celebrano la Giornata della memoria, ricordando la Shoah per trasmettere alle nuove generazioni la necessità di resistere all’odio e alla violenza. A giudizio dei deputati, oggi la tragedia di Gaza interpella le coscienze con la stessa urgenza, e ignorarla significherebbe tradire lo spirito di memoria e vigilanza.

Nell’interpellanza vengono citate iniziative già intraprese da parte di docenti, come la lettera aperta del collegio insegnanti della scuola media di Viganello e analoghi interventi provenienti da alcuni licei, che chiedono con forza un coinvolgimento educativo su quanto sta accadendo.

«Non si tratta solo di informare, ma di formare», scrivono Sergi e Pronzini. «La scuola non costruisce soltanto sapere: costruisce coscienza, memoria, responsabilità».

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