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Sostegno alla carta stampata ticinese: il Gran Consiglio dice sì

Via libera del Parlamento. Lo stanziamento riguarderà i media cartacei.
Ti-Press
Sostegno alla carta stampata ticinese: il Gran Consiglio dice sì
Via libera del Parlamento. Lo stanziamento riguarderà i media cartacei.

BELLINZONA - Un contributo per i giornali cartacei ticinesi.

Il voto - Con 45 voti, l’aula dice "sì" al rapporto di minoranza firmato da Centro e dalla sinistra (e con il supporto dei partiti più piccoli e di parte del PLR). Su spinta di una mozione datata 17 febbraio 2020 presentata da Lorenzo Jelmini e cofirmatari, e ripresa da Maurizio Agustoni (Centro), si chiede al Governo «di attivarsi concretamente elaborando misure di sostegno da adottare in favore di tutta la carta stampata regionale, per un periodo iniziale di 4 anni e un importo indicativo annuo di 500’000 franchi». Il messaggio, una volta elaborato, dovrà comunque tornare in Parlamento per l’approvazione.

Le richieste e la risposta del Governo - Nell’atto si mettevano in luce le difficoltà economiche del settore dovute all’aumento dei costi, ma anche alla forte contrazione nelle entrate finanziarie derivanti dalla pubblicità. Da qui, la richiesta di misure adeguate a sostegno del comparto. Dal canto suo, il Consiglio di Stato aveva già precisato come, nel mese di ottobre, avesse inviato una lettera agli enti pubblici e parapubblici per sensibilizzarli sull'importanza di collocare inserzioni pubblicitarie sulla stampa locale. Il consigliere di Stato Christian Vitta ha anche ricordato i provvedimenti intrapresi a livello federale.

«Se ne occupi la Confederazione» - La maggioranza della commissione Economia e lavoro (relatore Alain Bühler, UDC), «pur riconoscendo il valore di un’informazione pluralista e la delicatezza del momento per il settore», non condivideva la proposta. «Interventi strutturali in questo ambito devono innanzitutto essere affrontati a livello federale, per garantire coerenza, omogeneità ed evitare frammentazioni tra Cantoni». Il rapporto è stato firmato anche da Lega e PLR.

«La condizione economica del Cantone non lo consente» - Inoltre, il responso popolare del 2022, «che ha espresso un chiaro rifiuto di un'estensione del sostegno pubblico diretto ai media», merita di essere rispettato anche su scala cantonale. In aggiunta, «le attuali condizioni finanziarie del Cantone non consentono l'introduzione di nuovi oneri ricorrenti».

«Sensibilizzare il CF sulla pubblicità» - La minoranza della commissione, (relatore Claudio Isabella, Centro) chiedeva al Governo di sensibilizzare il Consiglio Federale sull'importanza di collocare inserzioni pubblicitarie (come ad esempio le ricerche di impiego) sulla stampa cartacea ticinese. «Il contenuto delle informazioni della carta stampata - si legge nel documento - come gli approfondimenti, le visioni critiche, le opinioni, la cronaca locale, il settore internazionale, lo sport, ecc., è ben diverso da quello fornito dall'informazione gratuita su determinati siti».

«Siete discriminatori» - Nel suo intervento di replica, Bühler ha attaccato i mozionanti e i firmatari dei rapporti di minoranza: «Dite che il giornale cartaceo è l’unica fonte di informazione affidabile - ha commentato - nemmeno in quest’aula si sono comprese le reali abitudini dei cittadini, gli stessi che si informano sui canali online ticinesi. State discriminando una parte dell’elettorato che non legge il giornale. A quale carta stampata fate riferimento? Sono una trentina i giornali in Ticino, non ci sono solo la Regione e il CdT. Voi oggi parlate di democrazia e tutela della pluralità dell’informazione e di fatto discriminate una parte del panorama mediatico ticinese. E lo fate volontariamente. È inaccettabile. Ticinonline non fa nulla di differente rispetto a quello che fa La Regione o il Corriere. Eppure voi non lo prendete minimamente in considerazione».

Nel tardo pomeriggio, è arrivato un comunicato a firma UDC Ticino: «La carta stampata perde lettori da anni perché sono cambiate domanda e abitudini. Ignorarlo significa negare la realtà dei fatti. Il sostegno autentico alla stampa è quello dato dai lettori. Agli editori spetta innovare e riconquistare il pubblico con modelli digitali agili, contenuti multimediali, paywall intelligenti e relazione diretta con chi legge. Non sussidi, ma condizioni quadro che rimettano in moto il mercato mediatico.
Non sfugge una contraddizione: in Gran Consiglio c’è chi invoca sussidi pagati dal libretto degli assegni dei contribuenti senza essere nemmeno abbonato ai quotidiani ticinesi. Pura ipocrisia. L’UDC continuerà a battersi per la libertà mediatica e la responsabilità imprenditoriale: i giornali li salvano i lettori, non i conti dello Stato. Il ruolo dello Stato non è quello di socio occulto delle redazioni, ma fissare regole trasparenti che premino chi innova senza toccare le scelte editoriali».

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