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Popolazione, Governo e Parlamento contro i tagli

In concomitanza con la manifestazione il Gran Consiglio ha approvato una risoluzione contro le scelte di FFS Cargo. Anche Vitta in piazza
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Popolazione, Governo e Parlamento contro i tagli
In concomitanza con la manifestazione il Gran Consiglio ha approvato una risoluzione contro le scelte di FFS Cargo. Anche Vitta in piazza

BELLINZONA - Il Ticino politico è dalla parte dei lavoratori delle FFS. Nel giorno della manifestazione contro i tagli tenutasi a Bellinzona, il Gran Consiglio ticinese, nella seduta di lunedì, ha accolto la risoluzione presentata dall'Ufficio presidenziale, nella quale si chiedeva di annullare le decisioni di smantellamento di FFS Cargo. La risoluzione è stata accolta con 59 voti favorevoli, quattro contrari e un astenuto. E in piazza si è presentato anche Christian Vitta, portando il sostegno del Consiglio di Stato.

Dopo quella a Mendrisio, il Comitato No allo smantellamento FFS Cargo, ha organizzato una protesta per oggi a Bellinzona, volutamente in concomitanza con la seduta del Gran Consiglio. Malgrado le FFS abbiano sottolineato che non ci saranno licenziamenti, si teme che la chiusura dei terminal di Lugano Vedeggio e Cadenazzo e la prospettata chiusura di quello di Chiasso abbiano gravi conseguenze sull'occupazione in Ticino, oltre che sull'ambiente, con un ritorno dei camion sulle strade.

Secondo FFS, il settore di trasporto combinato e a carri singoli verrà rivisto e porterà a vantaggi sul lungo termine, col mantenimento pressochè invariato dei volumi.

Il Comitato non ne è però convinto. «Nel corso dell’ennesima ristrutturazione si perde ulteriormente forza lavoro qualificata con il rischio di far pagare al Ticino il conto più salato, ovvero la perdita di tutti gli attuali 220 posti di lavoro presso FFS Cargo», ha detto Thomas Giedemann del sindacato SEV.

Diversi deputati sono usciti dal Palazzo alle Orsoline per un saluto ai manifestanti. Vitta ha preso la parola, promettendo il sostegno del Governo, che ha incontrato FFS e FFS Cargo per chiedere la continuità degli investimenti sul Ticino. «Noi stiamo facendo il nostro, si pensi ad Arbedo Castione, ma chiediamo loro di mantenere e creare posti di lavoro», ha detto. Dopo la prospettata chiusura anche del deposito di Chiasso, il Consiglio di Stato ha chiesto un nuovo incontro. «Non possiamo accettare, a fronte dei nostri investimenti sul settore ferroviario, che si smantelli un altro deposito sul territorio».

Luca Benato, macchinista FFS, ha spiegato che nessuno dei suoi colleghi ha ancora ricevuto una proposta alternativa al suo posto attuale. Inoltre 29 colleghi andranno in pensione e non saranno sostituiti. «FFS investe milioni pubblici e poi si ritira: strategia miope che penalizza il Ticino e centralizza il lavoro oltre Gottardo», ha constatato.

«I treni continueranno a transitare ma a bordo potrebbero esserci italiani con salari e condizioni italiane, o della Svizzera Interna», ha spiegato Matteo Pronzini, mettendo l'accento anche sulla questione ambientale.

A tal proposito è intervenuta anche la Presidente di Pro Alps (già Iniziativa delle Alpi) Nara Valsangiacomo, che ha parlato di decine di migliaia di camion che si riverserebbero sulle già trafficate strade del Mendriostto, con un costo su ambiente e salute di 3 miliardi l'anno. «Oltre al danno, la beffa: abbiamo un problema nazionale di trasferimento su rotaia, ma l’impatto è fortemente regionalizzato».

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