«Non ha senso sostituire una macchina perfetta con strutture da fiera». 7'600 firme per lo schermo di Vacchini

Il comitato promotore della petizione «Locarno: don't touch the screen» ha promosso un incontro dove ha ribadito le sue intenzioni. «Nessuna polemica, solo un invito»
LOCARNO - Un'intera Piazza Grande chiede di mantenere lo schermo di Vacchini. Le firme raccolte sino ad oggi dalla petizione «Locarno: don't touch the screen» sono 7'600, la quantità di spettatori che possono sedere in una piazza gremita. Oggi il comitato promotore ha promosso un incontro formativo per chiarire l'intento della raccolta firme.
Nessuna polemica, solo un invito a valorizzare le strutture storiche - È stato precisato che non c'è alcun intento polemico ma che si vuole invitare la direzione del Locarno Film Festival e le autorità comunali, cantonali e nazionali a «proseguire nella direzione dell’eccellenza, mantenendo e valorizzando quelle strutture storiche ed emblematiche diventate simbolo identitario del Festival stesso».
Petizione da firmare fino alla fine del Festival - Sarà possibile continuare a sottoscrivere la petizione sino al termine del Festival, quando verrà consegnata simbolicamente sia alla direzione sia alle autorità cittadine.
«Lo schermo ha permesso l'eccellenza per anni» - «L'architettura è un atto pubblico, e il progetto iconico di Vacchini per il cinema in Piazza Grande ha permesso di garantire l’eccellenza al Festival per molti anni: non ha senso cambiare una macchina tanto perfetta per sostituirla con strutture da fiera», ha detto, senza usare dunque mezzi termini, l'architetto e già Municipale locarnese Michele Bardelli, primo firmatario, insistendo su come la principale manifestazione culturale del paese «non può permettersi di ignorare il valore delle sue strutture capaci di inserirsi in modo esemplare nella città».
Gli altri interventi - Giairo Daghini ha sottolineato come lo schermo di Vacchini fosse «un capolavoro», una magia che «ha trasformato una città che scompare in una realtà che appare come luce dentro la piazza». Infine, Patricia Boillat ha chiesto di dare alle opere degli autori «la massima risonanza», consentendo un'attenzione profonda. Numerosi anche le domande e gli interventi del pubblico.