Brutali violenze e soprusi sessuali in due diverse famiglie: «È un pericoloso manipolatore»

Chiesti 12 anni di carcere per un 39enne accusato di aver provato a uccidere sia la moglie che l'ex moglie, ma anche di aver abusato sessualmente delle loro figlie.
LUGANO - È accusato di una valanga di atti di violenza raccapriccianti l'uomo oggi a processo alle Assise criminali di Lugano.
Il 39enne ticinese avrebbe infatti brutalmente picchiato, violentato sessualmente, nonché rischiato di uccidere due donne, la sua attuale moglie e la sua ex moglie, con cui ha vissuto in due distinte fasi di vita. Negli anni avrebbe poi ripetutamente abusato sessualmente delle figlie di entrambe le donne, tutte in età di scuola elementare.
I fatti, in gran parte contestati dall'uomo, risalgono al periodo 2016-2024.
Per lui la pubblica accusa ha chiesto una pena di 12 anni di carcere, più la revoca della sospensione condizionale di una precedente condanna (per reati legati agli stupefacenti) pari a 22 mesi di detenzione. Si parlerebbe quindi di una pena complessiva di 13 anni e dieci mesi di carcere.
«Siamo arrivati alle mani, sì, ma tutto il resto è falso» - «Che siamo arrivati alle mani, con la mia ex moglie, è corretto», ha detto l'imputato in aula. «Tutto il resto, che ho provato a ucciderla, le violenze sessuali, eccetera, non è vero assolutamente. Lei in più occasioni si buttava a terra apposta e si faceva male da sola».
«La mia ex moglie ha manipolato tutti» - «Per quanto riguarda gli episodi di violenza sessuale, il figlio della sua ex moglie ha però dichiarato: "Sentivo mia mamma che urlava, che diceva basta, basta, non voglio"», ha osservato il giudice Amos Pagnamenta. «Lui è sempre stato manipolato dalla madre», ha ribattuto il 39enne. «Io se una persona non mi vuole bene o non è in vena non mi avvicino. Devo sentirmi amato, se no non riesco ad avere un rapporto sessuale, è una cosa da malati».
«E perché la sua ex moglie dovrebbe mentire?», lo ha incalzato il giudice. «Ce l'ha con me, perché ho scoperto che mi tradiva e volevo il divorzio. Lei questo non lo accettava».
Dello stesso tenore le dichiarazioni rese rispetto alla sua attuale coniuge. «È vero che ci sono stati degli episodi in cui le ho messo le mani addosso, e sono mortificato. Avevamo dei gravi problemi di coppia e io consumavo sostanze stupefacenti. Per quanto concerne però le accuse più forti, come i calci in pancia mentre era incinta e la violenza sessuale, lei stessa ha dichiarato che si pente di aver inventato ed esagerato i fatti».
Gli abusi sulle bambine - Si è poi parlato degli abusi sessuali che l'uomo avrebbe messo in atto, in entrambi in nuclei familiari, ai danni di tre bambine. «Non ci sono stati assolutamente questi contatti. La mia ex moglie ha plagiato i suoi figli, in casa raccontava degli abusi che aveva ricevuto sia da bambina che da parte del suo ex, per filo e per segno, e loro sentivano tutto». E, confrontato con le richieste di risarcimento delle vittime, ha aggiunto: «È sempre stato questo il movente della mia ex moglie».
Ricerche da brivido - A insospettire sono però anche le parole chiave inserite dall'uomo nella ricerca di materiale pornografico online. «Lei ha effettuato delle ricerche con parole come "young girl", "young daughter abused", "young girl raped by her uncle", "daughter brutally abused". Come mai?», ha chiesto il giudice. «Sono dei tag, su questi siti tante volte clicchi e ti escono queste cose. Sono titoli che mettono così», si è difeso. «In vita mia non ho mai guardato un porno con dei bambini e non ho mai avuto un interesse di questo tipo».
La parola è poi passata alla pubblica accusa. «L'inchiesta prende avvio a gennaio 2024, quando la moglie e l'ex moglie dell'imputato si recano in polizia insieme per denunciare le violenze e i soprusi sessuali subiti sia da loro che dalle loro bambine», ha premesso la procuratrice pubblica Valentina Tuoni.
«Stesse violenze, in due nuclei familiari distinti» - Ma come si è arrivati a questo punto? «Quando l'uomo ha iniziato una nuova relazione con la sua attuale moglie, le aveva raccontato che la sua ex era affetta da un disturbo borderline e che l'aveva falsamente accusato di abusi sulla sua figlia più piccola. E lei aveva preso per buono le sue giustificazioni», ha raccontato la procuratrice. «Questo, fino a quando la sua bambina, un giorno, non le ha chiesto "Mamma, la mia bocca puzza di pisello?", e, indicando le parti intime, "Papa mi ha messo la bocca lì"». La donna ha quindi affrontato il marito, che ha negato tutto, e, non credendogli, ha preso contatto con la sua ex moglie. «Le due, fino a quel momento, non si erano mai parlate, ma confrontandosi si sono infine rese conto di aver subito le stesse violenze».
Si parla, insomma, «di due nuclei familiari distinti e geograficamente lontani sul territorio, in cui vengono riportati gli stessi atti di violenza fisica e sessuale, commessi in maniera costante sull'arco di nove anni». Il 39enne «assumeva un comportamento volto ad assoggettare al proprio volere donne e bambini», ha aggiunto Tuoni. «È una persona violenta, pericolosa e manipolatrice, affetta da turbe psichiche e con un problema di tossicodipendenza».
«Ha ritrattato perché ha paura di lui» - La procuratrice pubblica si è poi espressa rispetto alle parziali ritrattazioni fatte dalla moglie dell'uomo. «A partire da luglio 2024 lei riceve una serie di telefonate dall'imputato. Chiede spiegazioni su quanto è emerso in corso di inchiesta, lui la manipola e lei ci crede. È una donna fragile che ha già subito violenza sia da parte dei suoi genitori che nelle sue precedenti relazioni. Inoltre è palese che abbia paura di lui».
La prima segnalazione - Ma c'è dell'altro. Già nel giugno del 2020 una figlia dell'ex moglie aveva segnalato, in una prima audizione, di aver subito degli abusi sessuali da parte dell'uomo. «Non è stata creduta a priori, e lui non è mai stato interrogato. Il suo racconto, però, è sempre stato coerente e lineare».
Infine, è stato evidenziato come il 39enne non abbia mai mostrato alcun pentimento per quanto fatto: «Ama solo sé stesso. E ha dimostrato un totale menefreghismo per il male da lui arrecato».
Nel pomeriggio a esprimersi sarà la difesa.