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Il 72% degli agenti ha pensato di lasciare la Polizia cantonale

Pressioni crescenti, carichi di lavoro spesso insostenibili, carenza di riconoscimento e distanza tra base e vertici: sono alcune delle criticità emerse all’interno del Corpo, secondo quanto rilevato da un recente sondaggio.
Archivio Ti Press
Il 72% degli agenti ha pensato di lasciare la Polizia cantonale
Pressioni crescenti, carichi di lavoro spesso insostenibili, carenza di riconoscimento e distanza tra base e vertici: sono alcune delle criticità emerse all’interno del Corpo, secondo quanto rilevato da un recente sondaggio.

LUGANO - Qual è lo stato di salute della Polizia cantonale? Non particolarmente buono. Almeno secondo quanto emerso da un sondaggio condotto da Ocst, Vpod e dalla sezione ticinese della Federazione svizzera funzionari di polizia, i cui risultati sono stati presentati ieri sera durante l’assemblea con il Corpo di polizia.

Dall’inchiesta risulta che solo il 43% del personale descrive il clima lavorativo come positivo o molto positivo nella propria area di lavoro, mentre il 72% ha dichiarato di aver pensato almeno una volta di lasciare la Polizia cantonale. Chi sceglie di restare lo fa soprattutto per valori, senso di appartenenza e legami con i colleghi, ma il 25% ammette di essere attualmente alla ricerca di un nuovo impiego.

Scarsa valorizzazione e riconoscimento - Solo il 36% degli agenti si sente valorizzato e oltre sette su dieci ritengono di non ricevere il giusto riconoscimento per il proprio impegno. Dall’indagine emergono inoltre poca trasparenza, troppa burocrazia, scarso ascolto attivo e limitata comunicazione diretta, elementi aggravati da una distanza percepita tra la base e i vertici. Il 41% del personale afferma che i vertici si occupano dei problemi solo di rado o mai, mentre appena il 16% dichiara di ricevere un supporto frequente o costante dai propri superiori diretti.

Stress, carichi di lavoro e salute - Le difficoltà organizzative e il carico di lavoro pesano anche sul benessere del personale. Il 66% afferma di non avere tempo sufficiente per il recupero, il 63% si sente spesso o sempre sotto pressione per mancanza di personale e il 78% giudica insufficienti le risorse operative. Solo il 22% si dichiara soddisfatto delle politiche aziendali relative alla conciliazione tra lavoro e famiglia. Lo stress si traduce in disturbi del sonno e dell’alimentazione diffusi in tutti i reparti, incluso quello amministrativo, segnalando un problema strutturale e trasversale, non limitato alla sola attività operativa.

I punti di forza da preservare - Nonostante le criticità, il sondaggio 2025 evidenzia anche pilastri di valore da mantenere e rafforzare. L’85% del personale si sente parte integrante dell’istituzione, un dato in crescita del 3% rispetto al 2023, mentre il 90% sottolinea un forte spirito di solidarietà e collaborazione tra colleghi, valore superiore alla media nazionale dell’80%. La motivazione intrinseca, legata all’attaccamento ai valori e alla missione del Corpo, e la reputazione esterna positiva della Polizia cantonale presso la popolazione restano fattori chiave di coesione e stimolo al miglioramento continuo.

Le richieste - L’assemblea avverte tuttavia che la motivazione, la coesione interna e la capacità di trattenere personale qualificato rischiano di essere ulteriormente erose. Il peggioramento del clima interno e l’aumento del turnover potrebbero avere ripercussioni sulla qualità del servizio e sulla sicurezza collettiva. «La mancata risposta alle criticità individuate rischia di compromettere la salute psicofisica del personale e la fiducia nell’istituzione», si legge nelle osservazioni.

Per questo motivo sono state formulate richieste concrete di intervento. In particolare, si chiede alla Direzione di agire immediatamente sulle criticità di propria competenza, senza attendere interventi politici, intervenendo sulla riallocazione del personale, sull’equa distribuzione dei carichi di lavoro, sul rafforzamento della flessibilità e della conciliazione tra vita familiare e professionale, sulla valorizzazione delle competenze, sulla formazione dei dirigenti e dei responsabili – sia per prevenire che per gestire le situazioni di disagio – e sul miglioramento della comunicazione interna, tenendo conto delle risposte fornite dagli agenti nel sondaggio.

È inoltre richiesta l’attenzione del Dipartimento delle istituzioni e del Governo cantonale, con la proposta di aprire un tavolo di lavoro con la partecipazione delle rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di analizzare in modo approfondito i dati del sondaggio e le cause delle criticità, definire un piano di intervento concreto sui carichi di lavoro, sugli organici, sul riconoscimento, sulla comunicazione interna, sulla salute psicofisica e sulla valorizzazione del personale, e garantire al contempo un monitoraggio costante e la massima trasparenza nei processi decisionali.

Infine, l’assemblea propone di istituire un sistema strutturato e periodico di ascolto del personale, con feedback regolari alla Direzione, e di coinvolgere direttamente gli agenti nei processi di cambiamento, valorizzando le proposte che emergono dal campo.

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