Fuoco e fiamme sui premi, è iniziato il valzer dell'indignazione dei politici

Rincaro cassa malati, la Lega presenta un'interpellanza. Il PS: «Tetto massimo ai premi». ACSI: «Situazone insostenibile»
BELLINZONA - L’annuncio della Consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider di un nuovo aumento medio del 4,4% dei premi dell’assicurazione malattia per il 2026 (in Ticino sarà 7.1%) ha acceso nuovamente il dibattito politico. A intervenire con toni critici è il Partito liberale radicale (PLR), che chiede «vere riforme» per alleggerire il peso sui cittadini, in particolare sul ceto medio.
Secondo i liberali radicali, la Svizzera può vantare un’assistenza sanitaria di altissima qualità, ma questa eccellenza ha un costo crescente: il catalogo delle prestazioni si amplia di anno in anno e il consumo di cure continua ad aumentare.
Il partito punta il dito contro le forze di sinistra, accusate di proporre soluzioni «illusorie» basate su una maggiore redistribuzione di risorse pubbliche. «Un tetto massimo ai premi o un legame diretto con il salario significherebbero solo far pagare di più a chi lavora, senza ridurre davvero la spesa sanitaria», sostiene il PLR, che mette in guardia da una deriva verso una «medicina statalizzata».
Lega dei Ticinesi - «È indispensabile che il Consiglio di Stato fornisca rapidamente chiarimenti, indichi misure immediate e si assuma la responsabilità politica di fronte a una situazione che rischia di diventare insostenibile». È l'interpellanza depositata dal granconsigliere Daniele Caverzasio e dal gruppo Lega. L'atto è stato diffuso poco dopo la notizia dell'aumento del premio di cassa malati anche per il 2026. «Per i ticinesi non è una sorpresa - si legge - ma una condanna che si ripete ogni anno. Dopo i rincari già subiti negli anni precedenti, ci troviamo di fronte all’ennesima stangata che colpirà in particolare famiglie, pensionati e ceto medio. Il Ticino continua a registrare aumenti superiori alla media nazionale, senza che sia mai stata fornita una spiegazione convincente né si siano viste azioni incisive da parte del Dipartimento della sanità e della socialità. Ogni settembre assistiamo allo stesso copione: annunci di rincari, indignazione, dichiarazioni di principio, promesse di vigilanza. Ma i fatti sono sotto gli occhi di tutti: i premi crescono, i sussidi non bastano, e i cittadini pagano sempre di più».
E ancora: «Il direttore del DSS, Raffaele De Rosa, ha più volte affermato di voler difendere i ticinesi, ma la realtà è che tra dichiarazioni e risultati c’è un abisso. Le famiglie non possono più attendere rassicurazioni: hanno bisogno di risposte concrete».
Le domande sono diverse: «Quali azioni precise e documentate ha intrapreso il CdS, tramite il DSS, negli ultimi tre anni per contenere i premi? Si forniscano fatti, non solo intenzioni. Per quale motivo il nostro Cantone continua a subire aumenti più alti della media svizzera? Quali fattori specifici incidono e quali misure correttive intende adottare il CdS? Quali istanze concrete sono state portate a Berna per difendere gli interessi dei ticinesi? Con quali esiti verificabili? Quali strumenti intende attivare il Governo già dal 2026 per alleviare l’impatto sui cittadini? Il CdS è disposto a presentare ogni anno un rapporto dettagliato che confronti previsioni, consuntivi e scostamenti sui premi e sui costi della sanità, così da rendere evidente l’efficacia delle sue azioni? Il CdS ammette che le dichiarazioni fatte negli ultimi anni non hanno portato risultati tangibili? Quali strumenti nuovi e concreti è pronto a introdurre subito? A che punto sono le iniziative cantonali? Quali risultati ci si potrebbe attendere da quest’ultime?».
Socialisti indignati - Esprime indignazione invece il Partito socialista Ticino: «il Ticino paga ancora una volta il conto più salato» e coglie l'occasione per sottolineare che l’iniziativa per il 10% è la risposta concreta per proteggere il potere d’acquisto: «Ora più che mai emerge l’importanza e l’urgenza di introdurre un tetto massimo ai premi di cassa malati, come propone l’iniziativa per il 10% in votazione domenica 28 settembre 2025.Grazie al principio secondo cui nessuna persona deve spendere oltre il 10% del proprio reddito disponibile per i premi di cassa malati, si introduce un limite all’aumento dei premi e si compie un primo passo verso premi proporzionati al reddito.Come Partito Socialista invitiamo la cittadinanza ticinese a trasformare l’indignazione odierna in un chiaro sostegno all’iniziativa per il 10%: ora basta! Votiamo Sì per un segnale che aiuta concretamente oltre il 60% della popolazione ticinese».
Comitato interpartitico contrario alle 2 iniziative sulle casse malati - Secondo i promotori del “no” alle due iniziative casse malati in votazione il prossimo 28 settembre, l’attuale situazione conferma che il sistema non è più sostenibile e necessita di riforme strutturali, non di soluzioni che – a loro avviso – rischiano di essere solo “pannicelli caldi”. Le due iniziative popolari in votazione, pur partendo dalla constatazione condivisa del peso insostenibile dei premi, sono criticate perché – spiegano gli oppositori – sposterebbero semplicemente il problema sulle finanze pubbliche. «Se accettate – sostengono – comporterebbero un’esplosione della spesa cantonale, che dovrà essere coperta con nuove imposte e tagli ai servizi essenziali, innescando una spirale pericolosa: più spesa pubblica, più tasse, meno risorse per investimenti strategici». Dire no alle due iniziative, precisano i critici, non significa minimizzare il problema dell’aumento dei premi. Al contrario, viene chiesto di puntare su interventi strutturali: maggiore controllo dei costi sanitari, trasparenza nelle tariffe, promozione della prevenzione e della medicina di base, oltre a una revisione dei meccanismi di rimborso.
L'Associazione dei consumatori (ACSI) - L'Associazione parla di situazione insostenibile. «L’anno prossimo sarà superata la soglia dei 500 Fr. di premio medio mensile, il che significa che alcune casse avranno premi ancora più cari. Il sussidio cantonale (RIPAM), del quale beneficia già un/una ticinese su tre, non basta più nella sua forma attuale. Di fronte a quella che è ormai una vera e propria emergenza, l’ACSI auspica il potenziamento di questo strumento, attraverso l’Iniziativa per il 10%». Oltre a rispondere all’emergenza contingente, è necessario intervenire a livello cantonale e federale per un contenimento dei costi della sanità sul lungo periodo. Le strade da percorrere sono note e molteplici: occorre controllare l’offerta, rimuovendo gli incentivi sbagliati che spingono i fornitori di prestazioni a fare sempre di più e per prezzi sempre più alti, favorire il coordinamento delle cure e responsabilizzare i pazienti informandoli e sensibilizzandoli. L’ACSI prosegue l’impegno iniziato nel 2017 all’interno di Smarter Medicine – Choosing Wisely Switzerland per ridurre le cure inutili e potenzialmente dannose.
L'MPS - «È un saccheggio». Non usa giri di parole l’MPS per definire l’ennesimo rincaro dei premi di cassa malati. «È evidente - si legge - non c’è nessuna correlazione reale tra i costi della sanità e la folle impennata dei premi. Ci troviamo di fronte a un meccanismo perverso, lo stesso che abbiamo già visto nei mercati energetici: prezzi che corrono senza freni, scollegati da ogni logica, mentre famiglie e cittadini vengono stritolati».Da qui l’invito a votare sì il prossimo 28 settembre all’iniziativa socialista che limita al 10% del reddito disponibile i premi di cassa malati. « Oggi abbiamo l’occasione di dire basta. Oggi possiamo dare respiro e dignità a chi non ce la fa più. Se non ora, quando?»
Verdi - I Verdi denunciano la crescita del 4,4% a livello nazionale dei premi di cassa malati. «Il rituale annuo dell'aumento dei premi va fermato"» sostiene la consigliera nazionale Léonore Porchet (VD). Per il partito ecologista c'è bisogno di un «cambiamento fondamentale del sistema, basato sulla solidarietà e sulla prevenzione», si legge in un comunicato odierno. «Ancora una volta il Parlamento rimane con le mani in mano di fronte a un aumento che mette in ginocchio molte persone», viene aggiunto. C'è infine spazio per una frecciatina a Vas Narasimhan, CEO di Novartis: «Contrariamente alle dichiarazioni aberranti del direttore di Novartis è urgente abbassare i costi dei medicamenti, assai più elevati in Svizzera che all'estero».
PLR: «La qualità ha un prezzo» - Per il PLR la qualità delle cure in Svizzera è eccellente, ma il catalogo delle prestazioni coperte dall'assicurazione di base obbligatoria continua ad ampliarsi. «Questa qualità e queste prestazioni hanno un prezzo», si legge nel comunicato. Per il PLR inoltre, le proposte di PS e Verdi di orientarsi verso una medicina statalizzata e di porre un tetto massimo ai premi, andrebbero a penalizzare il ceto medio e nasconderebbero i costi, senza risparmiare. Infine, i liberali radicali chiedono di favorire la qualità dei trattamenti piuttosto che la loro quantità e di ridurre la burocrazia a carico di medici e personale ospedaliero.
Il Centro - In reazione all'aumento dei premi di cassa malati anche per il 2026, il Centro chiede «finalmente delle riforme efficaci» e dichiara attraverso un comunicato di impegnarsi «con determinazione a favore di un sistema sanitario accessibile e a prezzi contenuti per tutti». Già oggi circa 2,5 milioni di persone faticano a pagare i premi e la situazione coinvolge particolarmente le famiglie. L'introduzione del finanziamento uniforme delle cure (Riforma EFAS) viene visto come un passo nella direzione giusta.
L'USS - l'Unione sindacale svizzera (USS) chiede una rapida ed efficace attuazione del controprogetto all'iniziativa per premi meno onerosi. «È compito dei Cantoni stabilire un obiettivo sociale efficace», afferma l'USS in un comunicato, chiedendo un reale alleggerimento del carico per le famiglie che dispongono di bassi redditi. «Di fronte a un onere diventato insopportabile, è tempo di porre un freno ai milioni spesi in pubblicità e ai salari sproporzionati dei dirigenti», aggiunge l'USS, alludendo ai fondi - e quindi ai premi degli assicurati - «sperperati dalle casse malati».
L'UDC - L'Udc punta il dito contro De Rosa: «Il Direttore del Dipartimento della sanità ha sempre preferito puntare il dito contro Berna, ripetendo ogni anno la stessa scusa, piuttosto che sporcarsi le mani anche con decisioni difficili ma necessarie. Ma i numeri sono ormai chiari: la responsabilità principale è cantonale. Basta guardare ad altri Cantoni, che hanno registrato aumenti minimi, per capire che quando si governa con determinazione è possibile limitare i costi». Da qui la richiesta al Governo di «assumersi finalmente le sue responsabilità e proporre interventi concreti quali: una nuova pianificazione ospedaliera con una riduzione del numero di ospedali; limitare l’afflusso di nuovi medici; ridurre i centri medici privati; regolamentare l’accesso al pronto soccorso, riservandolo ai casi realmente urgenti; confrontarsi con i Cantoni virtuosi, che hanno dimostrato una migliore gestione dei costi».