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Cristo si è fermato in Gran Consiglio

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Cristo si è fermato in Gran Consiglio

LUGANO - È stato come ritornare indietro di 30 anni, quando Internet era agli albori e chi faceva giornalismo online veniva visto con sospetto e maldicenza. A distanza di tutti questi anni pensavamo che il mondo fosse cambiato. Anzi, siamo convinti che il mondo è cambiato. Ma non lo è nella testa di alcuni politici ticinesi rimasti a 30 anni fa. Insomma, verrebbe da dire che Cristo si è fermato in Gran Consiglio.

Durante l’ultima seduta del Gran Consiglio ticinese si è discusso della necessità di sostenere la stampa cartacea con fondi pubblici. Una discussione che ha portato allo stanziamento di 500.000 franchi all'anno ai giornali cartacei.  Un dibattito legittimo, se si considera il ruolo della carta stampata nella nostra storia e nella formazione dell’opinione pubblica. Ma ciò che lascia perplessi è il metodo scelto da alcuni parlamentari per giustificare la proposta: definire i giornali cartacei custodi della verità, della qualità d’informazione e di conseguenza screditare la stampa online, dipingendola come un giornalismo di “scarsa qualità” e “poco attendibile”.

È preoccupante ascoltare un giovane politico socialista come Yannick Demaria che per difendere la stampa cartacea ticinese arriva a dire che “proliferano siti che si dicono informativi, ma che in realtà sono parassitari perché si alimentano del lavoro delle testate storiche senza contribuire a produrre informazioni di qualità”. Denota scarsità di vedute Gianluca Padlina quando dice che “in Ticino ci sono solo due quotidiani indipendenti che garantiscono la pluralità”.

Questa visione non solo è superficiale, ma ignora volutamente la realtà. Oggi gran parte dell’informazione nasce, si sviluppa e raggiunge i cittadini proprio attraverso i portali digitali. Molti politici si affidano ai canali online per divulgare i propri messaggi. Inviano interpellanze, mozioni, interrogazioni, prese di posizioni, ospitate. Chiedono spazio sui portali, rilasciano interviste. Eppure martedì in Gran Consiglio nessuno di loro (a parte Alain Bühler) si è ricordato che esistono in Ticino anche siti Internet che offrono un’informazione indipendente.

Generalizzare, riducendo l’intero panorama dell’informazione online a fake news e improvvisazione, è un errore che rischia di minare la credibilità del discorso politico. È davvero così difficile capire che esiste cattivo giornalismo online, così come esiste cattivo giornalismo sulla carta stampata? Davvero i politici ticinesi non si sono accorti in tutti questi anni – eppure siamo nel 2025 – che esistono anche realtà digitali che applicano con rigore gli stessi criteri etici, le stesse regole di verifica e la stessa responsabilità delle redazioni tradizionali?

Basta uscire dal Ticino, e guardare oltre per rendersi conto che spesso sono proprio le testate online ad aver introdotto nuove pratiche di trasparenza. La sfida non è contrapporre carta e digitale, ma sostenere il giornalismo di qualità in tutte le sue forme. Il giornalismo vive di contenuti, non di carta o di pixel. Chissà se i politici riusciranno a capirlo.

Chi è Ticinonline...
È una realtà attiva sul territorio cantonale dall’ottobre 1997, offrendo servizi Internet e soprattutto informazione online attraverso il portale tio.ch.
Con 35 collaboratori, di cui 19 giornalisti, rappresenta una realtà indipendente sia sotto il profilo finanziario sia sotto quello redazionale.
Ogni giorno oltre 140'000 utenti unici visitano tio.ch, generando mensilmente più di 35 milioni di pagine lette e circa 9 milioni di visite.

Nel panorama nazionale il portale si colloca da sempre nella top 10 degli editori svizzeri online, superando testate ben più storiche e con un target potenzialmente ben superiore al 4% della Svizzera italiana (fonte: Mediapulse).
I contenuti giornalistici pubblicati sono il frutto di un lavoro redazionale interno, indipendente e con una costante attenzione alla realtà locale, dando spesso voce anche alla gente comune. In questo quasi trentennio di giornalismo online sono decine i giornalisti formati da Ticinonline che oggi lavorano presso editori cartacei o radiotelevesivi.
L’unica fonte esterna di notizie è l’Agenzia Telegrafica Svizzera (ATS), come avviene per tutte le altre testate del territorio, che siano cartacee, radiotelevisive o online.

Fin dalla sua nascita, la testata ha scelto una linea editoriale particolare: non avere una linea editoriale. Nessun commento, nessuna presa di posizione, nessuna impronta ideologica, né in ambito politico, né sociale, né religioso. L’obiettivo resta quello di riportare i fatti, dopo averli verificati e contestualizzati.

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COMMENTI
 

Zapa 3 sett fa su tio
Non sono d accordo in questo caso. La stampa cartacea ha diritto di esistere nonostante la concorrenza dell' online. Non si puo pensare di eliminare il leggere le notizie davanti una tazza di caffe al bar. Almeno questo piccolo vizio ha diritto di esistere. Pensate a chi prima di recarsi a lavorare si prende quei 10 miinuti di relax sacrosanti. Il fatto e che si corre gia troppo durante la giornata e la gwnte si stressa sempre piu con il cellulare sempre a portata di mano. E ora di rallentare la tecnologia e goderci il giornala in santa pace. Giu le mani dal giornale.

maw 3 sett fa su tio
Evviva il Circo ...

G 3 sett fa su tio
I politici , non rispecchiano più il cittadino,(si sono montati la testa),come idee e interessi. Saranno i nostri figli a pagare tutto questi sconquassi.

The Joker 3 sett fa su tio
una riflessione.... sento ogni giorno politici stracciarsi le vesti per il fatto che il Cantone è indebitatissimo e che bisogna fare tagli e risparmi, e mi secca dirlo, ma è stramaledettamente vero. Però sento anche quasi tutti i giorni il Cantone (lo stesso) che distribuisce milioni a destra e a sinistra per progetti di cui, non dico si possa fare a meno, ma si potrebbe rimandare a tempi migliori. Tutti a dire che bisogna risparmiare ma tutti a chiedere soldi... bah è un pò un controsenso dal mio punto di vista.

Clo62 3 sett fa su tio
Risposta a The Joker
Hai toccato il punto, nella situazione che si trovano le casse cantonali l’unica strada percorribile è quella del risparmio. Non hanno senso le votazioni mirate a colpire le classi ambienti visto che se vengono colpite semplicemente abbandonano il Canton Ticino, ma bisogna tagliare gli sprechi, il segnale che ha dato la politica sulle famose liste nere è pessimo.
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