Chiude il veterano delle palestre: «Quante emozioni»


Ivano Bettinsoli per ben 33 anni ha gestito il suo Planet fitness Club. «I costi fissi sono sempre più onerosi – dice –. E il potere d'acquisto della gente cala».
Ivano Bettinsoli per ben 33 anni ha gestito il suo Planet fitness Club. «I costi fissi sono sempre più onerosi – dice –. E il potere d'acquisto della gente cala».
RIAZZINO - «Ho fatto una scelta per uscirne a testa alta». Ivano Bettinsoli, 59 anni, passeggia tra gli attrezzi del suo Planet fitness Club, a Riazzino. La sua era una delle palestre più longeve della Svizzera italiana, con ben 33 anni consecutivi di attività. Sabato 13 settembre ha chiuso definitivamente i battenti. Il motivo? «I costi fissi sono sempre più onerosi. E il potere d'acquisto della gente diminuisce».
Qual è il suo sentimento oggi?
«Vivo un mix di emozioni e dormo pochissimo. La decisione è stata sofferta. Avrei potuto provare a continuare, anche se confrontato con la concorrenza. Mi è arrivata un'offerta da parte di qualcuno che voleva questo spazio in affitto e dopo mille riflessioni l'ho accettata».
Ha accennato alla concorrenza. Nella sua zona sono sorte diverse palestre legate a grandi catene, veri colossi...
«Ma questo non ha avuto un peso nella mia scelta. Semplicemente mi sono reso conto che stava diventando tutto più impegnativo».
Diverse palestre ora sono aperte anche di notte, 24 ore su 24.
«È un aspetto su cui sono scettico. E se qualcuno si sente male? Io nel 2000 ho visto una persona morire nella mia palestra, in seguito a un malore. Eravamo tutti presenti. Purtroppo aveva un problema di salute. Pur essendo assolutamente in regola e senza responsabilità, mi sono comunque sentito sotto pressione. È un episodio che mi ha segnato. Non credo che il "24 ore su 24" possa funzionare a lungo, ci sono questioni di sicurezza da non sottovalutare».
Come hanno reagito i suoi clienti alla notizia della chiusura?
«Qualcuno ha addirittura pianto. Tanti hanno manifestato comprensione. Sono riuscito a fare delle convenzioni con altre palestre affinché non perdessero i mesi di abbonamento già pagati. Questa mia correttezza è stata apprezzata. Chiudo col magone, ma sereno. Guardando nel mio archivio mi ha colpito vedere che c'era gente che veniva da me da oltre 30 anni. Calcolate che ho avuto oltre 3'000 clienti».
Lei è un veterano delle palestre ticinesi. Cosa ricorda dei suoi inizi?
«Mio padre aveva un'impresa di metalcostruzione, tuttora esistente. Quando decisi di aprire una palestra, non la prese bene. Lui sognava che io andassi avanti con la sua attività. All'epoca la palestra era vista un po' come una cosa "da fighetti". Col passare dei mesi ha capito. Avere una palestra ha comportato anche tanti sacrifici per me».
Ad esempio?
«A volte temo di non avere dedicato abbastanza tempo alle mie due figlie. La più grande me lo rinfaccia ancora simpaticamente. In questi 33 anni penso di non avere mai avuto la testa davvero libera. Quando hai una palestra, ci pensi sempre. Anche in vacanza. Chiedetelo a mia moglie».
Adesso avrà più tempo per la famiglia?
«Fino a dicembre dovrò sgobbare per liberare lo spazio in vista dell'arrivo del subentrante. Lo stabile in cui è situata la palestra l'ho creato io e comprende diverse altre attività commerciali. Farò un lavoro più amministrativo, dietro le quinte. Chiaramente mi domando come sarà la mia vita da gennaio in poi. Ero abituato a stare in mezzo alla gente, la palestra era davvero un po' la mia seconda casa».





