«Saremo costretti ad aumentare il moltiplicatore»


I sindaci dei centri ticinesi contrari alle due iniziative cantonali. «Un salasso per i conti». Timore anche per il voto sul valore locativo
I sindaci dei centri ticinesi contrari alle due iniziative cantonali. «Un salasso per i conti». Timore anche per il voto sul valore locativo
BELLINZONA - No alle due iniziative “Lamal”. È l’appello compatto dei sindaci di Lugano, Bellinzona, Mendrisio, Locarno e Chiasso.
Le iniziative - Com’è noto, quella del 28 settembre non sarà una votazione come le altre. Al vaglio del voto popolare ci saranno infatti le due iniziative, targate rispettivamente Ps e Lega, che, a pochi giorni dall’annuncio di nuovi aumenti dei premi della cassa malati (attesi per inizio ottobre), mirano a compiere un primo passo per contenere i tanto discussi costi sanitari.
Comunicazione BellinzonaGli effetti dell'iniziativa leghista
I costi - Da sinistra l’obiettivo è chiaro: nessuno deve pagare più del 10% di quello che guadagna per i premi della cassa malati. In via Monte Boglia invece si è scelta la via della riforma fiscale: bisogna poter dedurre integralmente dalle imposte le spese dei premi. L’iniziativa della Lega «avrebbe effetti diretti sul gettito del Cantone e dei Comuni. Solo per le cinque città l’ammanco sarebbe di circa 20 milioni di franchi».
Aumento moltiplicatore e tagli ai servizi - Si preannuncerebbe, quindi, un aumento del moltiplicatore compreso fra il 3 e il 5%. E, in alternativa o in combinazione «si imporrebbe una riduzione dei servizi comunali erogati in un momento in cui Città e Comuni sono chiamati a fornire nuove risposte a domande sempre più complesse e crescenti da parte della popolazione (scuole, servizi extra-scolastici, asili nido, servizi di aiuto domiciliare, case anziani, ecc.), senza parlare del contributo ai progetti di varie regioni del Cantone».
Foletti: «Orizzonte complicato» - Di contro, la proposta del PS aumenterebbe le spese del Cantone e avrebbe, quindi, effetti indiretti sulle finanze comunali, con «un rischio concreto di partecipazione dei comuni al risanamento delle finanze». «Sono anni che proviamo a risparmiare - commenta il sindaco di Lugano Michele Foletti - L’orizzonte rischia di complicarsi ulteriormente. Sono iniziative che metterebbero un “cerottino”, non andrebbero a intaccare il meccanismo perverso delle casse malati».
«Consapevoli dell'effetto delle misure» - Mario Branda, sindaco di Bellinzona, ha fatto notare come i municipi debbano «confrontarsi con bilanci che vanno tenuti in equilibrio. Non contestiamo i pesanti oneri che gravano sulle spalle dei cittadini. Però, al contempo, bisogna essere consapevoli di quale sia l'effetto delle misure ».
La convergenza fra le Città - Samuele Cavadini, sindaco di Mendrisio, ha sottolineato come «le Città non sempre siano d’accordo. Ma su un tema come questo abbiamo trovato una certa convergenza. Stiamo già affrontando un pacchetto di risparmio: rischiamo di doverci confrontare con un’ulteriore diminuzione»
I costi - Per quanto riguarda i costi generali, l’impatto stimato dell’iniziativa leghista sulle entrate fiscali cantonali sarebbe di circa 55 milioni di franchi in meno, mentre per i comuni le perdite totali si aggirerebbero attorno ai 44 milioni. Cifre più alte invece per quanto concerne la proposta del Ps che comporterebbe, secondo le prime stime, una spesa aggiuntiva per il Cantone di circa 300 milioni.
«A rischio i servizi» - Secondo Nicola Pini, sindaco di Locarno, «non è una questione di metodo, ma di merito. Le conseguenze ricadono sempre sui comuni che, in ultima analisi, devono bilanciare i conti». Luca Bacciarini, municipale di Chiasso, ha spiegato come si dovrebbe valutare «una limitazione dei servizi o l’aumento del moltiplicatore. Le riforme inciderebbero parecchio sulle nostre finanze, limitando la nostra autonomia».
La votazione sul valore locativo resta sullo sfondo - C’è preoccupazione anche per l’esito della votazione federale sull'abolizione del valore locativo, prevista anche questa per il 28 settembre. «Parlare di effetto devastante per i conti comunali - conclude Branda - non sarebbe esagerato».










































































