«Ogni anno perdiamo una ventina di militi»


È stata presentata oggi la nuova organizzazione dei pompieri del Bellinzonese. Le sfide non mancano tra volontari e il progetto di una nuova caserma.
È stata presentata oggi la nuova organizzazione dei pompieri del Bellinzonese. Le sfide non mancano tra volontari e il progetto di una nuova caserma.
BELLINZONA - Il Corpo Pompieri di Bellinzona si espande. Oggi, durante una conferenza stampa, è stato presentato il progetto di riorganizzazione regionale che ha visto l’unione del corpo della capitale con quelli di Cadenazzo e Gambarogno.
L'infrastruttura - come riporta la Regione - non verrà alterata. Resteranno quindi le tre caserme in via Mirasole, di Cadenazzo in zona industriale e di Quartino in zona artigianale. I cambiamenti più rilevanti riguarderanno l'organizzazione del corpo, che disporrà di un unico comando, il quale delegherà le responsabilità dei due distaccamenti ai precedenti comandanti.
Attualmente il Corpo Pompieri della Città di Bellinzona dispone di un effettivo di 282 militi suddivisi in 191 pompieri urbani, 68 pompieri di montagna e 23 mini pompieri della sezione giovanile. Negli scorsi giorni, inoltre, è stata lanciata la nuova campagna di reclutamento con l'obiettivo di integrare una trentina di forze nuove.
«Proprio l’effettivo è uno dei nodi che di anno in anno richiede un dispendio importante di energie per assicurare un livello ottimale quantitativo e qualitativo», ha spiegato (riportato dal foglio di Bellinzona) il municipale Mauro Minotti, capodicastero Sicurezza e servizi industriali.
La ragione? «I tempi sono cambiati, come pure le esigenze formative e di impiego. Idem quelle dei datori di lavoro, che rispetto al passato sono oggi meno disposti ad assumere pompieri volontari chiamati ad assicurare il picchetto e perciò ad assentarsi».
Già perché, come ha poi confermato lo stesso comandante Samuele Barenco, «le assenze dal posto di lavoro aumentano anche perché la formazione cresce di pari passo insieme alla complessità degli interventi».
Insomma, il turnover non è affatto semplice da gestire. «Ogni anno perdiamo una ventina di militi, i quali vanno sostituiti con nuovi pompieri da formare», ha continuato Barenco. «Inoltre, mentre un tempo il volontario garantiva una permanenza a lungo termine, attualmente si assesta sui tre o quattro anni».
Per quanto riguarda invece la nuova caserma bisognerà ancora attendere. «Ci stiamo lavorando. Entro la fine dell’anno dovremmo avere una soluzione chiara e ben definita», ha spiegato il sindaco Mario Branda.