Premi alle stelle e stipendi fermi: si accende il dibattito sulla cassa malati unica

Pestoni (ASP): «Nel 1996 un adulto pagava meno di 2'000 franchi all’anno, oggi ne paga 6'576, si tratta di un aumento del 242%». Il rimprovero alle istituzioni: «Per i cittadini mancano sempre i fondi»
BELLINZONA - I premi della cassa malati continuano ad aumentare e i cittadini non ce la fanno più. È in questo contesto che la Giornata di studio su una cassa malati unica è stata presentata oggi alla Casa del Popolo a Bellinzona, organizzata dall’Associazione per la Difesa del Servizio pubblico (ASP). All’incontro con i media, c’erano Graziano Pestoni (ASP), Anna Biscossa (ASP), Franco Cavalli (ASP), Edoardo Cappelletti (VPOD).
«Lo scopo della giornata è chiaro: abbiamo preso atto, anche se non è una novità, che i costi della salute continuano a crescere, e i premi di cassa malati aumentano ancora di più - ha spiegato Graziano Pestoni -. Alcune cifre aiutano a capire meglio la situazione: nel 1996 un adulto pagava meno di 2'000 franchi all’anno, oggi ne paga 6'576, si tratta di un aumento del 242%. Mentre i salari sono cresciuti solo del 24% e le pensioni in molti casi sono diminuite. Questo crea problemi seri».
Dal canto suo, rimprovera le istituzioni cantonali e federali per non aver mai avanzato proposte concrete per correre in aiuto dei cittadini: «Spesso si sono opposte. È successo nel 2007, quando fu bocciata la proposta di istituire una cassa malati unica e pubblica; nel 2022, quando il Gran Consiglio ticinese ha respinto l’iniziativa per porre un limite del 10% ai premi; e di nuovo nel giugno 2024, con la votazione federale sullo stesso tema. Gli argomenti degli oppositori sono sempre gli stessi: “Mancano i soldi”, mentre per sgravi fiscali, strade poco utili o aerei di dubbia utilità i soldi si trovano. Si dimentica anche che in Svizzera due terzi della spesa sanitaria sono a carico delle famiglie, mentre in molti altri Paesi l’ente pubblico copre quasi tutto».
La cassa malati unica è la strategia necessaria? «Certamente - prosegue - risolverebbe il problema dei premi e permetterebbe di incidere anche sui costi della salute. Una cassa pubblica unica, invece di 50 casse private, avrebbe la forza di negoziare con medici, cliniche e industria farmaceutica. Non è una bacchetta magica, ma darebbe un ruolo importante al settore pubblico nel contenere le spese».
All’evento, in programma per il 30 agosto dalle 8.30 alle 17 sempre alla Casa del Popolo a Bellinzona interverranno diverse personalità.«Prima analizzeremo la situazione attuale, anche dal punto di vista storico. Poi presenteremo i diversi modelli possibili di cassa unica, perché esistono molte varianti. Ci sarà una sessione sul futuro della sanità e una sull’iniziativa del Partito socialista, su cui si voterà il 28 settembre: il limite del 10% ai premi. Noi la sosteniamo, malgrado sia un rimedio temporaneo, un “cerotto”, non la soluzione definitiva. Infine, ci sarà un dibattito “due contro due” proprio sul tema della cassa malati unica»
È previsto un dibattito pubblico con Pierre-Yves Maillard (Presidente dell’Unione Sindacale Svizzera), Franco Cavalli (Membro del Gruppo Sanità dell’ASP), Paolo Pamini (Consigliere nazionale UDC) e Ivo Giudicetti (prio.swiss - associazione degli assicuratori malattia svizzeri), moderato dalla giornalista Sharon Bernardi.
«L’obiettivo è preparare il terreno per un’iniziativa federale, coinvolgendo personalità nazionali e costruendo una campagna ampia, con tante associazioni e organizzazioni. Siamo convinti che una campagna ben fatta possa portare al successo e aprire finalmente la strada a una vera riforma».
Per chi vuole iscriversi, qui maggiori informazioni.































