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Razzismo in corsia

Le discriminazioni colpiscono soprattutto infermieri, medici e pazienti non svizzeri. La situazione in Ticino: «I casi segnalati sono la punta dell'iceberg».
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Razzismo in corsia
Le discriminazioni colpiscono soprattutto infermieri, medici e pazienti non svizzeri. La situazione in Ticino: «I casi segnalati sono la punta dell'iceberg».

BELLINZONA - Dalle cure negate ai pazienti agli insulti agli infermieri. Il razzismo nelle corsie degli ospedali è un problema sempre più presente in Svizzera. E il Ticino non ne è esente.

Dati svizzeri preoccupanti - Alcuni numeri: in Svizzera, secondo il rapporto pubblicato lo scorso aprile dalla rete di consulenza per le vittime di razzismo, i casi registrati nel settore nel 2024 sono quasi raddoppiati rispetto al 2023: nel solo 2024 sono state ricevute 46 segnalazioni.

La situazione in Ticino - Qual è la situazione nel nostro cantone? Lo abbiamo chiesto a Pierre-André Wagner, responsabile del servizio giuridico dell’Associazione svizzera infermiere e infermieri, il quale precisa di non disporre di dati specifici sul Ticino. «Però, vista l’ampiezza, credo proprio ci siano i presupposti perché il fenomeno sia presente anche nella Svizzera italiana e non sia limitato alle regioni germanofone e romande».

La discriminazione verso le infermiere italiane, portoghesi o spagnole - Sono tre i principali scenari: tra colleghi, da parte dei pazienti verso il personale sanitario e viceversa. Wagner sottolinea come non si tratti solo di razzismo in senso stretto, «ma anche di discriminazione basata sulla nazionalità. Per esempio, nella Svizzera romanda verso le infermiere francesi, nella Svizzera tedesca verso le infermiere tedesche e in Ticino nei confronti delle infermiere italiane. Ma anche del personale sanitario proveniente da altri paesi europei come il Portogallo, la Spagna, i paesi dell'Europa dell'Est e i Balcani».

I casi raccolti sono solo la punta dell'iceberg - Il Centro per la prevenzione delle discriminazioni Ticino (CPD) ha raccolto nel 2024 26 segnalazioni per episodi discriminatori. Nessuno dei casi riguarda il settore delle cure. «È però importante sottolineare - spiegano dal CPD - che l’assenza di segnalazioni non significa necessariamente che certe discriminazioni non avvengano: i casi che raccogliamo rappresentano solo la punta dell’iceberg. Purtroppo, molti episodi non vengono ancora denunciati».

«Non restate in silenzio» - Per questo motivo,«ringraziamo profondamente tutte le persone che scelgono di condividere con noi la propria esperienza. Ogni segnalazione rappresenta un segnale importante, perché dimostra la volontà di non restare in silenzio e ci permette di continuare il nostro lavoro di prevenzione e sensibilizzazione su questi temi nella società in modo mirato».

Perché le denunce sono poche - Perché le denunce in corsia stentano ad arrivare? «Ci sono molti studi che indicano che nel settore sanitario si verificano molti episodi di discriminazione - commenta Nora Riss, responsabile della rete di consulenza per le vittime del razzismo - spesso i pazienti non si difendono». Inoltre, nel comparto esistono gerarchie rigide e i subordinati non sempre protestano.

L’episodio di Sion finito in tribunale - Tra i casi più eclatanti c’è quello avvenuto a Sion, dove un uomo di 77 anni è finito a processo per aver pronunciato gravi frasi razziste nei confronti di una segretaria medica durante un esame radiologico. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe affermato: «Non sono allergico a nulla, tranne che alle persone con un colore della pelle diverso dal mio».

Hai subito una discriminazione per la tua origine, etnia, religione, per il tuo genere, il tuo orientamento sessuale o per altro motivo? Vuoi segnalare un episodio di discriminazione al quale hai assistito? Ecco i contatti del Centro per la prevenzione delle discriminazioni Ticino: l'ufficio è in via Balestra 19 a Lugano. Il numero di telefono è lo 0800 194 800 (telefonare il lunedì dalle 14:00 alle 17:00 e il martedì dalle 09:00 alle 12:00). L'indirizzo mail è cpd@discriminazione.ch

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