I "furbetti" del contante


Sequestri record di valuta ai valichi di confine. L'obiettivo? Prevenire il riciclaggio di denaro sporco o il finanziamento del terrorismo
Sequestri record di valuta ai valichi di confine. L'obiettivo? Prevenire il riciclaggio di denaro sporco o il finanziamento del terrorismo
CHIASSO / COMO - Oltre 33 milioni di euro. È l’ammontare del denaro intercettato ai confini italo-svizzeri dalla Guardia di finanza di Como.
I numeri - I dati sono relativi all’intero 2024 e ai primi cinque mesi del 2025. I controlli sulla circolazione della valuta sono stati numerosi, ben 1’807. Vale a dire, oltre tre al giorno. Servono a prevenire e contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, oltre che a verificare il rispetto della normativa valutaria. Le verifiche effettuate in entrata e uscita, ai valichi stradali come agli scali ferroviari, mirano a intercettare movimenti di denaro contante, valuta estera o titoli che superano i limiti stabiliti e che potrebbero essere collegati ad attività illegali. Inoltre, stando sempre ai dati delle fiamme gialle, sono state accertate ben 740 violazioni e sono stati sequestrati valuta, titoli e certificati contraffatti per oltre 6 milioni di euro.
La dichiarazione per le somme oltre 10’000 euro - È bene sottolineare che, fino a 10’000 euro, i trasferimenti fra uno Stato e un altro sono possibili «senza alcuna formalità». Oltre tale somma, invece, il viaggiatore deve compilare una dichiarazione doganale, al fine di prevenire le attività di riciclaggio di denaro sporco, di finanziamento del terrorismo e altre attività illecite.
In Svizzera? Nessuna limitazione per i contanti - Per quanto riguarda, invece, la parte svizzera, come scrive l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), le liquidità, cioè denaro contante, valuta estera o titoli (azioni, obbligazioni, assegni) possono essere importate, esportate o fatte transitare in Svizzera senza limitazioni. Le liquidità non devono essere dichiarate all'UDSC.
I controlli…«Tuttavia - precisa l’UDSC - se durante un controllo vengono chieste informazioni sui contanti, le persone sono tenute a fornire informazioni veritiere. Se il valore del contante supera i 10’000 franchi o in caso di sospetto, potrà essere chiesta l’identità, l’origine e lo scopo del contante, così come l’identità dell’avente diritto economico effettivo».
…e le possibili conseguenze - Se ci si rifiuta di rispondere o si forniscono informazioni errate, «ciò costituisce un’inosservanza di prescrizione d’ordine. Se sussiste il sospetto di riciclaggio di denaro o di finanziamento del terrorismo, le liquidità possono essere messe al sicuro provvisoriamente e consegnate alla polizia. Sono fatti salvi ulteriori provvedimenti in materia di lotta alla criminalità».
La precisazione - Come precisa a Tio/20 Minuti Nadia Passalacqua, portavoce per la Svizzera italiana dell'Ufficio federale della Dogana e della sicurezza dei confini, è bene distinguere, in generale, la questione delle banconote e delle monete contraffatte (svizzere o straniere) da quella del controllo del contante. «Anche se di per sé possono trattarsi dello stesso tipo di “merce”, i due temi si distinguono per le basi legali e gli obiettivi diversi».
Combattere il riciclaggio o il terrorismo - Nello specifico, la verifica sul contante concerne l’ordinanza sul controllo del traffico transfrontaliero di contanti. Lo scopo «è controllare l'importazione, l'esportazione e il transito di contanti al fine di combattere il flusso transfrontaliero di denaro, valute e altri mezzi di pagamento utilizzati per il riciclaggio di fondi illegali o il finanziamento di attività terroristiche».
La moneta è di competenza della Confederazione - Invece, la falsificazione di monete o banconote riguarda la legge sull'unità monetaria e i mezzi di pagamento. I controlli, in questo caso, «hanno lo scopo di impedire la messa in circolazione di monete o banconote false. La moneta è infatti di competenza della Confederazione; il diritto di coniare moneta e di emettere banconote spetta esclusivamente alla Confederazione».
Altri dati delle fiamme gialle - Nel 2024 e nei primi cinque mesi del 2025, la Guardia di Finanza di Como ha eseguito oltre 14’000 interventi e 277 indagini per contrastare gli illeciti economico-finanziari e le infiltrazioni della criminalità nell’economia: «un impegno “a tutto campo” a tutela di famiglie e imprese».
Contrasto delle frodi e dell’evasione fiscale - Le attività ispettive hanno consentito di individuare 126 evasori totali, ossia esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti al fisco e 303 lavoratori in “nero”. Scoperti, inoltre, 38 casi di evasione fiscale internazionale, principalmente riconducibili a «stabili organizzazioni occulte, a manipolazioni dei prezzi di trasferimento, a residenze fiscali fittizie e all’illecita detenzione di capitali oltreconfine» (quindi anche in Svizzera ndr).