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LOCARNO

«Lucio Corsi? È stata una scommessa vinta. Dargen D'Amico? Lo puntavo già l'anno scorso»

La Rotonda è in pieno svolgimento e quest'anno proporrà ben 107 spettacoli. Abbiamo intervistato il Coordinatore Area Artistica Giacomo Tanzarella.
NIA AD - Locarno Film Festival
Nel tondo, Giacomo Tanzarella.
«Lucio Corsi? È stata una scommessa vinta. Dargen D'Amico? Lo puntavo già l'anno scorso»
La Rotonda è in pieno svolgimento e quest'anno proporrà ben 107 spettacoli. Abbiamo intervistato il Coordinatore Area Artistica Giacomo Tanzarella.

LOCARNO - Il Locarno Film Festival non è solo cinema. Intendiamoci, la settima arte è (ovviamente) l’ingranaggio centrale dell’evento, ma attorno a esso ne ruotano molti altri. Altrettanto importanti. Tra di loro impossibile non citare il ritrovo per antonomasia per tutti gli amanti del Festival: ovvero la Rotonda By La Mobiliare che come ogni anno animerà le notti di Locarno.

Iniziata il 31 luglio con l'esibizione del rapper italiano Dargen D'Amico, la Rotonda ha in programma numerosi altri concerti e spettacoli dal vivo da qui al 16 agosto, data in cui si spegneranno le luci sulla 78esima edizione del Pardo. «La missione della programmazione della Rotonda - precisa il Coordinatore Area Artistica Giacomo Tanzarella - è quella di offrire la cultura accessibile a tutti. Per questo quest'anno proporremo ben 107 spettacoli».

Numeri importanti, ma come si organizza un evento come la Rotonda?
«È un evento estremamente complesso che viene "creato" sostanzialmente da due grandi attori. Da un lato ci sono i partner che rendono possibile la realizzazione di una manifestazione di questa portata. Dall'altro c'è il nostro team, formato per lo più da ragazzi ticinesi, che lavora tutto l'anno e "non ci dorme la notte" per rendere possibile la Rotonda».

Qual è il tuo ruolo?
«Nello specifico, io mi occupo della programmazione artistica ormai da tre anni e posso suddividere il mio lavoro in alcuni punti: dalla definizione del palco e della tecnica, alla logistica, passando allo scouting degli artisti con la definizione di una linea a 360 gradi della programmazione sui diversi palchi. Viene poi la parte di contrattazione e l'ospitalità e la logistica degli artisti. Infine vi è l'evento vero e proprio in cui prende vita tutto quanto fatto durante l'anno».

Qual è la sfida più ardua da affrontare?
«Sicuramente è quella legata alla programmazione e alla pianificazione degli artisti. La tempistica, in questi casi, è fondamentale. Bisogna agire d'anticipo. Senza fare nomi, l'anno scorso avevo contattato una band storica del panorama rock per proporgli di esibirsi alla Rotonda. La loro risposta? "Stiamo chiudendo la tournée 2027"».

Quest'anno alla Rotonda si sono esibiti Dargen D'Amico e Lucio Corsi. Come è stato reclutarli?
«Sono due storie differenti. Dargen D'Amico avrei voluto portarlo in Rotonda già nella scorsa edizione, ma non c'è stata la possibilità perché aveva già tutte le date piene. Quindi ci siamo accordati per averlo quest'anno. Lucio Corsi è invece stata una bellissima sorpresa. L'ho visto durante la prima serata di Sanremo e me ne sono subito "innamorato". Ho quindi deciso di contattarlo già durante il Festival per portarlo alla Rotonda. È stata una scommessa a cui abbiamo creduto tutti sin dall'inizio. E ora possiamo dire, con un filo d'orgoglio, che questa scommessa è stata vinta».

Quali altri artisti ci proporrà questa edizione?
«Ce ne sono diversi. Il 9 agosto ci sarà la chicca rappresentata dai Coma_Cose. Poi abbiamo la PFM che proporrà un concerto-omaggio a Fabrizio De André, riproponendo la famosa tournée del 1978. Poi abbiamo ancora altri artisti come Marc Sway, Zoë Më o Andrea Bignasca. Vorrei anche aggiungere, ed è una cosa a cui tengo molto, che la nostra programmazione prevede l'esibizione di molti ragazzi locarnesi e ticinesi che fanno da supporto al palco principale».

Una bella possibilità per i nostri talenti...
«Io stesso sono musicista da quasi 22 anni. Il mio desiderio è quindi quello di riuscire a farli suonare in condizioni ottimali e vederli andare via contenti. Perché non sempre succede che i ragazzi siano messi nelle condizioni ideali per esibirsi. Se loro vanno via con il sorriso per me è un successo».

Un'ultima curiosità: c'è qualche richiesta "particolare" che gli artisti ti hanno rivolto?
«Onestamente non ne ho ancora ricevute. Solitamente però ogni artista ha i suoi riti scaramantici. Ad esempio c'è chi ha l'abitudine di mangiarsi un cioccolatino prima di esibirsi. Quasi tutti hanno la loro bibita preferita. La richiesta che più ho avuto in questi ultimi tre anni è stato un bollitore con tè, limone, miele e zenzero».

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