Gambling in Ticino: boom dell’online e delle scommesse sportive

Dopo dieci anni ecco come sono cambiate le abitudini dei ticinesi nel gioco d'azzardo.
BELLINZONA - Il gioco online e le scommesse sportive sono aumentate in modo esponenziale negli ultimi 10 anni. È quanto emerge dall'indagine "TI Gambling - Il gioco d’azzardo in Ticino e per riflettere sul fenomeno" presentata oggi in conferenza stampa dal Decs. Autore dello studio: la Commissione consultiva del Fondo gioco patologico e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).
Prevenzione e monitoraggio - L'indagine, voluta dal Consiglio di Stato, è stata realizzata tra il 2023 e il 2024. «Si tratta di uno spaccato della situazione odierna del cantone», ha esordito la consigliera di Stato e direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti. «Lo studio, che ha un importante valore sociologico e politico, sviscera problematiche individuali ma anche di natura pubblica. E permette di adattare le misure preventive focalizzando l'attenzione sui gruppi maggiormente a rischio».
Le ha fatto eco la presidente della Commissione consultiva del Fondo gioco patologico, Gina La Mantia. «Per una grande fetta della popolazione, il gioco patologico può sembrare un fenomeno nell'ombra e poco conosciuto. Uno studio scientifico è fondamentale per individuare le misure di prevenzione e rendere attenta la popolazione sui rischi, anche nuovi, per alcune cerchie della società (cerchie sempre più ampie) - ha sottolineato La Mantia -. I risultati dello studio serviranno per stimolare e sostenere progetti per la lotta contro la dipendenza del gioco».
Gli obiettivi dell'indagine - Nel dettaglio, «l'obiettivo principale era formulare un approfondimento scientifico sul fenomeno del gioco d'azzardo considerando le tre popolazione di riferimento: clientela dei casinò, popolazione minorenne e maggiorenne», spiega invece Emiliano Soldini, docente-ricercatore senior presso il Centro competenze pratiche e politiche sanitarie (CPPS) del Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale (DEASS) della SUPSI e co-autore dello studio. «Identificare quindi le loro abitudini di gioco, valutare le problematiche e le caratteristiche tra le diverse categorie di giocatori. Il tutto poi confrontato con quanto raccolto nello studio analogo condotto tra il 2012 e il 2013».
Sono state svolte varie tipologie di indagini che hanno spaziato tra interviste faccia a faccia, chiamate telefoniche e sondaggi nelle scuole. Ma il dato più interessante riguarda i casinò online. «Nel 2012 il gioco online era quasi inesistente (0,5%), ora invece riguarda circa il 13% delle persone intervistate».
Esplodono le scommesse sportive - Per quanto riguarda invece le tipologie di gioco, le scommesse sportive sono in controtendenza. «Rispetto ad approfondimenti analoghi effettuati nel 2012 e nel 2013, lo studio presentato oggi ha evidenziato una riduzione generalizzata delle attività di gioco d’azzardo, eccezione fatta per le scommesse sportive, per le quali è stato invece notato un aumento o stabilità a seconda della popolazione considerata».
La prevalenza di problemi di gioco è risultata in linea con i valori rilevati nel 2012, sia tra la popolazione, sia tra la clientela dei Casinò, ciò che denota stabilità. «È stata tuttavia riscontrata una concentrazione particolare dei problemi di gioco nei Casinò, così come un’associazione significativa con la pratica delle scommesse sportive e del gioco online. Indipendentemente dalla popolazione considerata, adolescenti, giovani adulti e giovani adulte sono risultati particolarmente vulnerabili in questo contesto. La clientela over 60 dei Casinò ha denotato dal canto suo un comportamento di gioco particolarmente a rischio».
Ancora tanto lavoro nei casinò - In conclusione i risultati dello studio indicano che un importante lavoro di prevenzione e monitoraggio dovrebbe continuare a essere svolto all’interno delle case da gioco. «Inoltre, le evidenze suggeriscono di considerare le scommesse sportive, il gioco online, la popolazione giovane e quella degli over 60 (ad oggi poco studiata, ma considerata sempre più rilevante in questo contesto) come elementi centrali nell’ambito dello sviluppo delle attività di prevenzione, monitoraggio e ricerca».
Infine, l’importante sviluppo del gioco online - ha evidenziato il team di ricerca della SUPSI - è concomitante con una crescita esponenziale dell’offerta di nuovi giochi “ibridi” che integrano elementi di azzardo nelle dinamiche dei videogiochi, creando una zona grigia dove il confine tra gioco d’azzardo e videogioco diventa sottile. In questo senso, sarebbe necessario rivedere e aggiornare gli strumenti di monitoraggio in modo da poter valutare efficacemente le dinamiche e i rischi legati a queste tipologie di gioco.
I prossimi appuntamenti
Per questo autunno è in programma il convegno “Dipendenze e indebitamento 3.0”, dedicato proprio alle nuove abitudini di gioco e alle sfide future, cui stanno lavorando Ingrado – Servizi per le dipendenze (settore disturbi comportamentali GAT-P) e il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), in collaborazione con Ticino Addiction. Il DSS continua dal canto suo a investire nella prevenzione dell’indebitamento eccessivo, ambito che ha degli evidenti legami con quello del gioco patologico. Tra le iniziative di prevenzione più recenti si conta per esempio una collaborazione con diversi partner del territorio per riflettere e intervenire sulla relazione tra gioco e terza età.
Nell’autunno del 2026 si terrà un convegno dedicato all’altra categoria maggiormente toccata dal fenomeno, in particolare con l’avvento del gioco online, "Giovani & Gioco d’azzardo: quali possibili strategie per la prevenzione e per il trattamento”, su impulso di Ingrado – Servizi per le dipendenze (settore disturbi comportamentali GAT-P) e Radix Svizzera Italiana. Proseguiranno pure gli interventi di sensibilizzazione effettuati da vari enti nei confronti di cittadini e cittadine, anche in ambito scolastico. «Nei prossimi mesi verrà inoltre adeguata, sulla base di quanto ora emerso, la mostra interattiva Non farti fregare dal gioco gestita da Radix Svizzera italiana», ha indicato la direttrice del DECS. La mostra, dal 2016 ad oggi, ha raggiunto 195 classi e coinvolto oltre 3’500 allievi e allieve di una quindicina di scuole professionali. L’intento è di disporre della versione aggiornata per l’anno scolastico 2026-2027 così da poterla diffondere in tutto il settore del post-obbligo. «Alla recente conferenza stampa di fine anno scolastico ho voluto fare il punto sulle forme di disagio cui sono confrontati allievi e allieve, sul loro benessere. Riflessioni e attività, avevo evidenziato, sono in corso anche in merito al contesto digitale per rafforzare la dimensione educativa e quella protettiva. I dispositivi elettronici, come emerge dallo studio, sono "parte in causa" nella crescita esponenziale del gioco online degli ultimi anni». È chiaro – ha concluso la Consigliera di Stato – «che ulteriori misure vanno adottate. Non solo da parte DECS, ma della politica tutta, di tutti gli attori e le attrici coinvolti, dell’intera comunità».
La direttrice del DECS si è rivolta direttamente pure a chi vive una situazione di gioco patologico e ai loro famigliari: «Vi invito a indirizzarvi agli enti e alle organizzazioni specializzate che potranno accompagnarvi e sostenervi. I professionisti e le professioniste ci sono. Uscirne si può».