Ecco le pazzie che combinano questi ragazzi



Jason Leonardi e Alex Saglini si tuffano da rocce gigantesche, a 18 metri di altezza, con acrobazie da brivido.
Jason Leonardi e Alex Saglini si tuffano da rocce gigantesche, a 18 metri di altezza, con acrobazie da brivido.
LOCARNO - Ponte Brolla, 3 luglio. La colonnina di mercurio segna 32 gradi e chi può si gode la giornata rinfrescandosi nelle acque color smeraldo del fiume Maggia. Qualcuno, però, lo fa in maniera decisamente alternativa. Quattro giovanissimi si esibiscono in tuffi acrobatici da un’altezza di 18 metri, lanciandosi dalle enormi rocce che contraddistinguono il luogo. E tra loro ci sono i ticinesi Jason Leonardi, 17 anni, e Alex Saglini, 18 anni, due ragazzi amanti dell’adrenalina e di tutto quello che gira intorno ai salti.
«Pratichiamo tuffi, mountain bike e sci e snowboard freestyle, ma anche trampolino, perché ci serve per preparare gli allenamenti che concernono i tuffi», ci dicono.
La passione per questi sport un po’ più “spinti”, però, è difficile da spiegare. «Mi è sempre piaciuto saltare di qua e di là», afferma Jason. «Fin da piccolo quando andavo in piscina mi piaceva tuffarmi, e mi lanciavo dal trampolino da tre metri. Oggi, da circa tre anni, mi butto da altezze al di sopra dei dieci metri», racconta Alex.
Certo, a guardare i loro tuffi vengono i brividi. Possibile che questi ragazzi non sentano la paura? «Abbiamo sempre, o quasi sempre, paura, ed è la cosa che ci tiene in sicurezza», ci dice Alex. «Senza la paura si fanno cose che magari non si è in grado di fare, e il rischio è quello di farsi male».
I familiari, intanto, stringono i denti. «I miei genitori hanno paura, ma sapendo che lo facciamo coscienziosamente questa sensazione si riduce», dice Alex. «Vedono la preparazione che c’è dietro e si fidano abbastanza», conviene Jason.
E in effetti di lavoro, dietro queste acrobazie, ce n’è molto. «In primo luogo si decide il salto che si vuole fare, quindi lo si prepara da altezze minori, partendo dal tappeto elastico e dai trampolini, in palestra o a casa. Poi si va progressivamente ad alzare il livello», spiega Jason. «Ci vuole tanto coraggio e la gestione dell’adrenalina è fondamentale», aggiunge Alex.
Quando ci si tuffa in un contesto naturale, poi, occorre prestare particolare attenzione. «Ogni volta che facciamo un tuffo nuovo, o andiamo in un luogo in cui non ci siamo mai tuffati, andiamo sempre prima di tutto in acqua per controllare la zona. Non si sa mai, infatti, cosa ci può essere sotto la superficie, soprattutto quando il fondo non è ben visibile», sottolinea Alex.
Il nostro cantone, ad ogni modo, è un vero proprio hotspot per gli amanti di questo sport, che hanno creato una loro community. «Il Ticino è veramente bellissimo per i tuffi, e Ponte Brolla è sicuramente uno dei posti migliori. Questo perché è accessibile, e ci sono diverse altezze che si possono utilizzare in progressione», conclude Jason.

