Costretto a lavorare, nessuno vuole sostituirlo: il video



Il 73enne Beppe Savary-Borioli è l'emblema della crisi dei medici di famiglia. «Eppure – dice – è un mestiere bellissimo».
Il 73enne Beppe Savary-Borioli è l'emblema della crisi dei medici di famiglia. «Eppure – dice – è un mestiere bellissimo».
RUSSO (ONSERNONE) - Le proiezioni dell’organizzazione professionale dei medici svizzeri (Fmh) sono inquietanti: in Svizzera entro il 2033 mancheranno circa 2.300 medici di famiglia. Alcune centinaia in Ticino. E così si verificano situazioni paradossali come quella di Beppe Savary-Borioli, il dottore della Valle Onsernone, che non può permettersi di andare in pensione. «Ci ero andato una prima volta a 68 anni. Ma dopo due anni chi mi aveva sostituito ha gettato la spugna. E quindi sono tornato al fronte».
«Non mi annoierei» – Ora Savary-Borioli di anni ne ha quasi 73. È amatissimo, stimato. E soprattutto ancora tanto entusiasta. «Se fossi sicuro di trovare un sostituto davvero valido, andrei in pensione subito. Non mi annoierei di certo. Il problema è che bisogna trovarlo il sostituto. Resto fiducioso. Ma i giovani non sono attratti da un mestiere senza orari e meno pagato rispetto ai settori più specializzati».
«La valle è lunga» – Savary-Borioli in Onsernone è anche medico del Centro Sociale, che ospita diversi anziani, ed è medico d'urgenza. «Ho rallentato un po' su suggerimento di mia moglie. La valle è lunga. Si fa su e giù. Ho il mio ambulatorio a Russo. Ma se qualcuno ha bisogno vado anche a domicilio».
Le voci della piazza – Sulla piazza del Centro Sociale si incontrano alcune persone della regione. «Il dottor Savary-Borioli è un pilastro. Sarà difficile sostituirlo», afferma un signore. «È un peccato che i giovani non vogliano fare questo bellissimo mestiere», dice una donna. «Il medico di famiglia è un punto di riferimento – sostiene un uomo –. È quello che conosce meglio il tuo stato di salute».
«Rapporto umano» – In Valle Onsernone Savary-Borioli a volte viene chiamato simpaticamente "Sciur dutur". «Ma lo fanno per prendermi in giro – sorride –. In realtà mi chiamano tutti Beppe. Il rapporto umano che si crea facendo questa professione è forse l'aspetto più bello. Conosci tante persone. Entri in empatia con loro. E per loro tu sei un punto di riferimento. Il medico di famiglia è quello che decide come deve essere curato il paziente. Se necessita magari di uno specialista. O di altro ancora. Si instaura una relazione di grande fiducia. È gratificante».
«Una crisi come incentivo» – In tutto il Ticino i medici sono 1980. Di cui ben 317 over 65. Addirittura 29 sono over 80. «È un mestiere che si fa per passione – conclude Savary-Borioli –. Senza età. È una missione. È chiaro che a un certo punto ti piacerebbe sapere che arriverà qualcuno dopo di te. In particolare se sei attivo in una zona periferica. L'Onsernone non può stare senza medico di famiglia. Questa crisi dovrebbe essere un incentivo per le nuove leve: la medicina di famiglia è un settore in cui sicuramente si trovano posti liberi».

















