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LOCARNO

«Credevo che mio figlio e il mio compagno fossero morti»

A un anno dalla catastrofe in Alta Vallemaggia la 49enne Dajana racconta l'ansia di chi si è ritrovato con gli affetti completamente isolati per ore.
«Credevo che mio figlio e il mio compagno fossero morti»
Foto Tio.ch/ PM
Domenica 30 giugno 2024: grande subbuglio ad Aurigeno. In tanti aspettano di abbracciare i propri cari.
«Credevo che mio figlio e il mio compagno fossero morti»
A un anno dalla catastrofe in Alta Vallemaggia la 49enne Dajana racconta l'ansia di chi si è ritrovato con gli affetti completamente isolati per ore.

LOCARNO - «Per ore ho vissuto un'angoscia terribile. Immaginandomi mio figlio e il mio compagno morti». Dajana, 49enne di Locarno, ha un ricordo indelebile dell'alluvione che esattamente un anno fa, il 30 giugno 2024, ha sconvolto l'Alta Vallemaggia. Una domenica da brividi. Coi suoi affetti isolati al capannone del torneo calcistico del Piano di Peccia (Lavizzara). «Il mio dubbio atroce – ricorda Dajana – era che loro si fossero spostati per dormire al rustico di famiglia. Rustico che, stando alle voci che circolavano, era stato travolto da detriti e acqua. Distrutto». 

Telefonia e corrente saltate – Le emozioni di Dajana riassumono quelle di tante persone che in quella domenica si sono ritrovate col cuore in gola. Da Cevio in su telefonia e corrente elettrica erano saltate già verso le due e mezza di notte. Impossibile comunicare con chi si trovava oltre il ponte di Visletto, miseramente crollato. «Io avevo sentito l'ultima volta mio figlio verso le 22 della sera prima e lui in quel momento era ancora al capannone. Poi ero andata a dormire. Alle tre di notte mi sono svegliata e ho visto che nella chat del torneo si parlava di situazione critica. I messaggi risalivano a qualche ora prima. Li ho provato a chiamare mio figlio, il mio compagno, i miei amici che erano lassù. Invano. La telefonia era già saltata. E per me è iniziata l'agonia».

Otto morti – Nella tragedia, lo ricordiamo, sono morte otto persone. Cinque in Valle Bavona. Tre in Lavizzara. «All'alba sono iniziate a girare le prime notizie. Si parlava di dispersi. Di morti. È stato qualcosa di allucinante».

Foto Tio.ch/ PMAurigeno: è qui che vennero portate in salvo le centinaia di persone rimaste isolate.

«Nessuna certezza» – Prende fiato, Dajana. Non è facile per lei parlare di quei momenti. «Qualcuno diceva che le persone rimaste al capannone, seguendo le direttive degli organizzatori del torneo e dei pompieri, stavano bene. Ma non avevo alcuna certezza ufficiale. E soprattutto io non sapevo se mio figlio, il mio compagno e gli amici si trovassero ancora al capannone quando lassù è "sceso il mondo". La loro idea era quella di dormire nel rustico dopo la festa. Ovviamente nessuno era in grado di darmi conferme o smentite». 

Un'esperienza forte – Cosa significa avere i propri cari "imprigionati" in una catastrofe e non potere comunicare in alcun modo con loro? Cosa si prova nell'apprendere che probabilmente in quella zona ci sono dei morti e a non sapere se tra quei morti c'è uno dei propri affetti? Basta ascoltare la voce di Dajana per capire quanto sia stata forte questa esperienza anche per chi quel giorno si trovava da Cevio in giù.

«Ti immagini di tutto» – «Parlare di ansia è riduttivo – sospira la donna –. Ti immagini di tutto. Vedi sui social che circolano voci di ogni genere. Senti notizie che per forza di cose sono frammentarie. Capisci che la situazione è grave. E non puoi fare assolutamente nulla». 

L'abbraccio e il pianto – L'incubo di Dajana termina verso le 17 di quella domenica su un grande prato verde ad Aurigeno. È lì che gli elicotteri hanno portato in salvo, un po' alla volta, le tante persone rimaste isolate nell'Alta Vallemaggia. «L'attesa è stata infinita – conclude Dajana –. Quando ho visto scendere i miei cari dall'elicottero sono corsa verso di loro. Ci siamo abbracciati. Abbiamo pianto. È stato qualcosa di intenso. Un momento che non scorderò mai».

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COMMENTI
 

saijon 3 mesi fa su tio
L'è stai prorpi brutt e da far pora.

Talos63 3 mesi fa su tio
I radioamatori si erano offerti di mettere la loro attrezzatura ed esperienza a disposizione… Se le autorità avessero dato seguito all’offerta, mentre i militari, la polizia e la PCi erano occupati in altri compiti, si sarebbe potuto creare degli help point per ricevere e dare informazioni ai parenti, ma … niente

Golf67 3 mesi fa su tio
Risposta a Talos63
Una bella iniziativa! Qualcuno aveva risposta o dato eventuali motivi negativi?

Talos63 3 mesi fa su tio
Risposta a Golf67
Si, ci hanno risposto che la polizia, che sovraintendeva i soccorsi, era stata avvisata e che, se avessero avuto necessità, si sarebbero fatti vivi … stiamo ancora aspettando 🙈

Mamy 3 mesi fa su tio
❤️ un abbraccio forte a tutti
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