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«I consigli di voto di Unia sul referendum in Italia, è ingerenza estera?»

Se lo chiede un'interrogazione interpartitica con come primo firmatario Luca Renzetti (Plr).
Imago/Abacapress
«I consigli di voto di Unia sul referendum in Italia, è ingerenza estera?»
Se lo chiede un'interrogazione interpartitica con come primo firmatario Luca Renzetti (Plr).

Un’interrogazione presentata il 28 maggio al Parlamento ticinese solleva dubbi sul comportamento del sindacato svizzero UNIA.

Secondo quanto affermato dal primo firmatario Luca Renzetti (Plr), il sindacato avrebbe inviato ai propri iscritti italiani – residenti o frontalieri – comunicazioni «con indicazioni di voto riferite alle prossime elezioni e referendum previsti in Italia l’8 e 9 giugno 2025».

La denuncia, firmata anche da Alain Bühler (Udc), Paolo Caroni (il Centro) e Daniele Piccaluga (Lega), parla di «raccomandazioni chiaramente orientate a favore di una parte politica ben precisa – quella della sinistra italiana». Le comunicazioni sarebbero state pubblicate anche sul sito ufficiale del sindacato.

Se confermata, tale attività – secondo i firmatari – potrebbe rappresentare «una forma di ingerenza politica estera» e sollevare interrogativi sulla compatibilità con il principio di neutralità sancito dalla Costituzione federale (art. 54), oltre che sull’uso di eventuali fondi pubblici.

«Il denaro dei contribuenti svizzeri deve sostenere i lavoratori, non influenzare le elezioni in altri Paesi», si legge nel testo.

Da cui le domande al Consiglio di Stato:

1. È a conoscenza delle comunicazioni diffuse dal sindacato UNIA relative al voto in Italia previste per l’8 e 9 giugno 2025?

2. Ritiene tali comunicazioni compatibili con il mandato istituzionale e statutario di un sindacato svizzero?

3. L’attività descritta è compatibile con i principi di neutralità e non ingerenza che devono guidare l’azione di enti elvetici, soprattutto quando questi ricevono fondi pubblici?

4. Il sindacato UNIA riceve o ha ricevuto contributi pubblici cantonali o federali, direttamente o indirettamente (es. tramite progetti, formazione, rappresentanza, ecc.)? Se sì, in quale misura e per quali finalità?

5. Il Consiglio di Stato intende approfondire la questione con gli organi federali competenti, anche per chiarire la compatibilità di tali condotte con le normative vigenti?

6. Quali misure intende adottare il Consiglio di Stato, qualora si ravvisassero elementi

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