Un airone sorvola Bellinzona



Un murales trasforma il muro dell’Hotel Internazionale. Arte e natura s’incontrano in un'opera realizzata da Nevercrew insieme ai ragazzi dell'Otaf
Un murales trasforma il muro dell’Hotel Internazionale. Arte e natura s’incontrano in un'opera realizzata da Nevercrew insieme ai ragazzi dell'Otaf
BELLINZONA - Da oggi il muro posteriore dell’Hotel Internazionale di Bellinzona, di fronte alla stazione, ha un nuovo volto. È decisamente più allegro e piacevole rispetto a quello che aveva finora.
Un nuovo ed elegante murales arricchisce la facciata della struttura, regalando agli ospiti – e alla città – uno scorcio d’arte che fonde natura, cultura e paesaggio urbano in un’unica visione poetica. L’opera porta la firma dei Nevercrew, il celebre duo di artisti ticinesi apprezzato a livello internazionale per i loro murales concettuali e ad alto impatto visivo. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione OTAF, da sempre attiva nella promozione dell’arte e della cultura sul territorio.
Tutto nasce da una sfida - Alcuni ospiti segnalavano la vista poco gradevole dalle camere situate al piano B, rivolte verso un muro cieco. L’albergo ha trasformato questa criticità in un’occasione, scegliendo di dare nuova vita alla parete con un intervento artistico unico nel suo genere.
Il soggetto - Il soggetto creato per il murales è il frutto di un lungo lavoro di studio e progettazione, che ha coinvolto alcuni collaboratori con disabilità del laboratorio di informatica della Fondazione OTAF. La scelta del soggetto è caduta sul simbolo di Bellinzona: Castel Grande. L’aggiunta dell’airone cenerino è stata pensata perché si tratta di un volatile che ha una forte presenza sul nostro territorio, ma che allo stesso tempo – è stato spiegato – abita quasi tutte le regioni dei continenti europeo, africano e asiatico, passando dal Sud Africa al Circolo polare artico. Rappresenta quindi una specie di visitatore che è però anche un abitante; oltre al richiamo all’ambito naturale, rappresenta anche un collegamento tra locale e globale. Il suo collo lungo, oltretutto, è un riferimento all’architettura del castello, e la sua conformazione permette di appoggiarlo al suolo e di guardarlo dall’alto.
Il risultato finale ha particolarmente entusiasmato i ragazzi del laboratorio di informatica della Fondazione OTAF: «È stata una cosa gratificante per tutti noi, sia perché era qualcosa di nuovo, sia perché vederlo così grande sul muro ci ha riempiti di soddisfazione, speriamo di farne altri in futuro» hanno spiegato i ragazzi. Soddisfatto anche il Direttore di OTAF, Roberto Roncoroni: «In questi giorni ho visto l’entusiasmo dei ragazzi del laboratorio e dei ragazzi di Nevercrew e spero davvero di poter realizzare in futuro altri murales. Questa è un'opera che riflette i nostri valori, che sono coraggio e apertura, il coraggio di lanciarci in sfide non facili da realizzare e l'apertura verso una società basata sull'inclusione».